Presentata la nuova stagione della Filarmonica Romana: grande varietà che interessa
e diverte
Con una programmazione per un pubblico di tutte le età, radicata fortemente nel territorio
ma anche di respiro internazionale, l’Accademia Filarmonica Romana ha presentato oggi
la sua nuova stagione, al via il 31ottobre, la prima del direttore Cesare Mazzonis.
Una trentina gli appuntamenti previsti di musica, danza, teatro e alcune novità affidate
a grandi solisti, senza dimenticare un’attenzione speciale ai giovani. Il servizio
è di Gabriella Ceraso:
Sarà una specialista
di Bach per eccellenza, come Angela Hewitt, pianista e direttrice, alla guida dell’ensemble
da camera dell’Orchestra sinfonica della Rai, ad inaugurare la 193.ma stagione dell’Accademia
Filarmonica Romana alla quale il neo direttore, Cesare Mazzonis, ha voluto
dare una fisionomia tutta sua, in attesa di restituire all’Accademia una precisa identità
nel panorama dell’offerta musicale romana:
“Questo primo anno ha – penso,
spero – una linea di attrazione: molte cose diverse, diverse tra di loro, che possono
dare varietà, richiamare pubblico ed essere di qualità”.
Ci sarà da sorridere
ma non solo. Ancora Cesare Mazzonis:
“Pensi che, per esempio, il gruppo
dell’Akatosh è un gruppo divertentissimo di zigani. Non credo che abbia mai suonato
a Roma. Il Paganini anche è una cosa curiosa. Il 'Roman de fauvel', recitato da Paolo
Rossi, sarà qualcosa di molto divertente. Le sorelle Labeque, che chiudono la stagione:
certamente sarà anche quello un concerto divertente. A cui poi fanno da contraltare
concerti più seriosi”.
In stagione sono previsti i “grandi”, molto noti,
negli otto concerti di musica da Camera dal mondo antico ad oggi, e nel teatro musicale.
Parliamo di Yuri Bashmet, Ian Bostridge, Viktor Tretyakov, Maurizio Baglini, Alexei
Volodin, senza dimenticare la danza d’effetto dell’Aterballetto, dei Comics e soprattutto
dei magici Momix, che a novembre presentano per la prima volta nella capitale il nuovo
spettacolo “Alchemy”:
“‘Alchemy’ mi pare un bel titolo, perché c’è un’alchimia,
un qualcosa di una ricerca visiva nelle cose di Momix, sempre, che però ti richiama
ad altre cose, e questo mi pare molto curioso e interessante …”.
Nella
forte varietà pensata dal direttore Mazzonis per il cartellone di quest’anno, ci sono
pagine di intensa drammaticità, tra le quali spicca il 30 gennaio, al Teatro Argentina,
nel giorno della Memoria dell’Olocausto, l’appuntamento con Remo Girone voce
di pagine intense che sono quelle di Paul Celan, di Primo Levi, brani dalla Bibbia,
“un tuffo in una memoria che è un patrimonio da tutelare”, dice Remo Girone:
“Io
abito a Roma, al rione Monti. Ci sono case dalle quali hanno portato via otto persone,
anche una bambina. Poi sono morti ad Auschwitz, alcuni alle Fosse Ardeatine. E’ una
cosa importante, parlare di questo. Il passato serve a costruire il futuro, la memoria
è molto importante”.
L’Accademia non dimentica infine i giovani, anzi:
per loro, per il quarto anno consecutivo, propone il progetto “Operadomani”, dedicato
all’Aida di Giuseppe Verdi, attraverso tre percorsi didattici. “I giovani vanno sollecitati,
oggi più che mai”. Ancora Cesare Mazzonis:
“I giovani sono bombardati
da cose pessime; sono bombardati da una vita nella quale non si vedono prospettive,
e non si vedono nemmeno modelli che interessino. Oltre tutto, ci sono i media che
ci sguazzano, in questa situazione. Quindi, ci vuole un contraltare, a tutto ciò,
a tutta la cultura umana che si ripropone di secolo in secolo. Io penso che si possa
essere anche una difesa a tante cose”.