Haiti: nuove violenze contro le vittime del terremoto
Due violente irruzioni in altrettanti accampamenti di senza tetto, vittime del devastante
terremoto 2010, sono state perpetrate negli ultimi giorni da civili armati, alcuni
dei quali a volto coperto, scortati da agenti di polizia: lo denuncia il ‘Gruppo di
sostegno ai rimpatriati e rifugiati’ (Garr), organizzazione non governativa haitiana,
in un comunicato pervenuto all'agenzia Misna in cui sottolinea che dall’inizio dell’anno
sono stati almeno 15 i campi in cui sono state condotte espulsioni forzate “contro
famiglie di sfollati che vivono ancora in condizioni inumane” a causa del sisma che
provocò almeno 300.000 morti e un milione e mezzo di disastrati nel Paese più povero
dell’America Latina. A distanza di oltre tre anni e mezzo sono ancora decine di migliaia
gli haitiani costretti a vivere nei campi, dove sono esposti anche alla violenza orchestrata
dai proprietari dei terreni, in attesa di vedersi assegnato un nuovo alloggio, possibilmente
dignitoso. Le ultime due irruzioni sono avvenute all’inizio di settembre nel campo
di Christopher, nella zona di Christ-Roi, a Port-au-Prince. I civili armati accompagnati
dalla polizia “hanno distrutto un centinaio di tende insieme a mobilio – camere, tavoli
da pranzo – hanno percosso gli abitanti rubando denaro, telefoni cellulari e oggetti
trovati fra le tende” denuncia il Garr. L’altra irruzione è occorsa nel sito di Lanmè
Frape, a Cabaret, a nord della capitale: “Secondo le vittime, un gruppo di civili
incappucciati accompagnati da agenti della stazione di polizia di Cabaret sono arrivati
in tre veicoli di cui uno trasportava uomini dell’Unità dipartimentale di polizia
(Udmo), e hanno distrutto 393 case”. Il Garr “considera inaccettabile l’indifferenza
dell’amministrazione Martelly/Lamothe di fronte a simili azioni, poiché sono i responsabili,
in base alla Costituzione, di garantire la protezione, la sicurezza e l’integrità
fisica dei cittadini, ovunque essi siano”. Condanna con forza anche l’operato della
polizia “per espellere dai rifugi migliaia di persone che hanno perso tutto nel terremoto
del 12 gennaio 2010”. “Viviamo sempre più come se nulla fosse accaduto e rapidamente
ci dimentichiamo della sorte di migliaia di persone che non hanno un posto per vivere”
aggiunge il Garr chiedendo a tutti di superare l’indifferenza “e prendere posizione
contro questi atti di vandalismo che attentano contro la dignità delle famiglie sfollate
che sono così vittime due volte”. (R.P.)