L’impegno della Chiesa per la piena riconciliazione in Irlanda del Nord
Alla vigilia di una nuova serie di negoziati in Irlanda del Nord, cattolici, metodisti
e presbiteriani di Dublino hanno lanciato una campagna per sostenere ogni sforzo teso
alla riconciliazione nel Paese. Dopo la sanguinosa guerra civile tra unionisti e repubblicani
degli anni Settanta e Ottanta, nel 1988 si è arrivati agli accordi di Belfast del
10 aprile, giorno del Venerdì Santo. In seguito il processo di pace ha conosciuto
una battuta di arresto e solo con l'intervento del mediatore americano, George Mitchell,
e grazie ai progressi compiuti dalla Commissione internazionale per il disarmo si
è raggiunta la conclusione della crisi e l'insediamento, il primo dicembre 1999, del
primo governo autonomo dal 1972. Ma non mancano tensioni. Fausta Speranza ne
ha parlato con Padre Timothy Bartlett, sacerdote della Diocesi di Down and
Connor che segue da vicino le iniziative e prende parte ai negoziati:
R. – Northern
Ireland has progressed very rapidly over recent years: … L’Irlanda del Nord ha
fatto grandi progressi e velocemente, negli ultimi anni, tant’è che la pace è veramente
tangibile in molte cose. Ci sono però difficoltà che permangono, in tre ambiti che
destano particolare preoccupazione. Il primo è: come elaboriamo il conflitto del passato
e con la memoria di quel conflitto? Ci sono persone che vogliono commemorare coloro
che sono stati coinvolti nelle violenze, mentre altri vogliono ricordare la loro identità
britannica e altri ancora vogliono commemorare la loro identità irlandese … Come affrontare
questi aspetti che dal conflitto del passato arrivano nel nostro futuro? Il secondo
problema riguarda quello che noi chiamiamo le “parading seasons”, cioè i periodi in
cui, nei mesi estivi, l’Ordine degli Orangisti e altri gruppi della tradizione protestante,
unionista, lealista, compiono lunghe marce attraverso cittadine e città. Queste marce
sono state sempre motivo di grandi tensioni in determinate zone. Durante l’estate
ci sono migliaia di queste marce: la maggior parte si svolge in maniera pacifica,
ma alcune attraversano zone di conflitto e anche quest’anno hanno provocato violenze.
Infine, c’è tutto l’aspetto dei simboli e delle bandiera: sui nostri edifici pubblici
sventolerà la bandiera britannica o no? Tutti questi aspetti sono motivo di grandi
tensioni; ma è importante ricordare che non c’è più la violenza e la tensione del
passato: queste sono soltanto le reminiscenze del conflitto, che noi ora dobbiamo
esaminare e risolvere.
D. – Ci dice qualcosa in merito alle iniziative di questi
giorni?
R. – Well, several things are happening to try to address the conflict
around these … Sono in corso diversi eventi per affrontare questi tre punti: il
passato, le marce e la bandiera. Le maggiori Chiese cristiane si sono unite, ai diversi
livelli, per riflettere su come il Vangelo – in particolare il Vangelo del perdono,
della tolleranza, della riconciliazione, della pace, della giustizia – possa aiutarci
a risolvere in maniera soddisfacente le difficoltà che sono rimaste e che provocano
tensioni tra le due maggiori comunità nell’Irlanda del Nord. Una delle iniziative,
ad esempio, è che le Chiese hanno pubblicato un comunicato congiunto nel quale chiedono
preghiere per il successo delle iniziative, che saranno sostenute dal governo americano
nella persona di Richard Haas, membro dell’amministrazione statunitense. Questo comunicato
congiunto è visibile in internet, e in esso chiediamo alle persone di aggiungere il
loro nome a sostegno a tale comunicato per la pace, la riconciliazione e il processo
di pace; e questo comunicato ha già ricevuto migliaia di adesioni.
D. – Lei
è direttamente coinvolto nei negoziati. Qual è la sua speranza?
R. – Well,
dr. Richard Haass will meet the main political parties of Northern Ireland … Il
dr. Haass incontrerà oggi i principali partiti politici dell’Irlanda del Nord e nei
prossimi giorni incontrerà altri gruppi, compresa una delegazione della Chiesa cattolica
che comprende il vescovo di Down and Connor, che comprende Belfast, mons. Noel Treanor,
insieme a diversi nostri rappresentanti delle commissioni e consigli per la giustizia
sociale e per gli affari sociali della Chiesa cattolica. Nel corso di questi colloqui,
il nostro contributo saranno proposte di soluzione per il futuro, compresi i modi
possibili per riavvicinare le comunità pur mantenendo le loro diversità, per aiutare
le persone a comprendere la loro Storia e anche per parlare sinceramente del loro
modo di vedere “l’altro”, in questa atmosfera di tensione, e cercare di volgere la
paura in speranza. E questa è la mia speranza.