Il divario cittadini-istituzioni raccontato da 20 artisti in gara a Bruxelles
L’arte contemporanea in gara per raccontare il divario tra cittadini e istituzioni.
Si svolge il 25 settembre a Bruxelles, presso l’ambasciata italiana, la prima edizione
del Blummer Prize, un riconoscimento per il miglior artista in grado di rappresentare
il vivere civile con il linguaggio internazionale dell’arte. Il servizio è di Elvira
Ragosta:
Saranno venti
artisti indipendenti, under 40, provenienti da tutto il mondo, i protagonisti della
prima edizione del premio Pomilio Blumm, una competizione che, attraverso le opere
d’arte mira, a ricomporre lo scollamento tra istituzioni e cittadini. Un tema fortemente
sentito nell’anno europeo della cittadinanza e su cui Papa Francesco si è recentemente
espresso, sottolineando come i cittadini, soprattutto se cattolici, non possono disinteressarsi
alla politica, anzi devono partecipare al bene comune e pregare per i governanti,
che da parte loro devono sempre conservare amore ed umiltà. Per ristabilire un contatto
più attivo tra pubblico e privato, il Blumm prize contemporary art ha sottoposto le
20 opere d’arte ad una giuria di esperti presso l’ambasciata italiana a Bruxelles.
Può l’arte contemporanea ricucire lo strappo tra cittadini e istituzioni? Lo abbiamo
chiesto a Franco Pomilio, ideatore del premio Pomilio Blumm:
R. – Senz’altro
sì, perché l’arte è uno strumento di sperimentazione delle avanguardie e oggi uno
degli scenari del futuro è certamente quello di ricomporre una frattura sociale, culturale
che, soprattutto in un territorio come l’Europa, è abbastanza consacrata tra nazioni
di culture e in qualche modo anche di obbiettivi sociali diversi; dall’altra parte
c’è l’ambizione - nemmeno recondita - di costruire una grande nazione europea. Quindi
l’arte va intesa in questo senso, come interrogazione da parte degli artisti. Questa
tematica è - a mio giudizio - una grande opportunità di scrutinamento del futuro dei
linguaggi, dei valori, e naturalmente delle opportunità
D. - Su quale particolare
aspetto del rapporto pubblico-privato si sono espressi i 20 artisti in gara?
R.
- Principalmente la trasparenza, perché la trasparenza è, in qualche modo, un abbattitore
di preconcetti che hanno minato profondamente il rapporto tra istituzioni e cittadini
soprattutto nell’Europa meridionale - ma non esclusivamente -, perché siamo tutti
a conoscenza di scandali e rapporti incestuosi tra politiche ed istituzioni più o
meno a tutti i livelli. L’idea della trasparenza - quindi l’idea di recuperare anche
un rapporto in qualche modo di interazione diretta tra istituzione come valore e cittadino
- è certamente uno degli aspetti in cui la trasparenza agisce meglio, ed è anche il
tema di questo contest.
D. - Il premio è ispirato dal connubio tra creatività
e giovani talenti. Come sono stati selezionati gli artisti finalisti e da chi è composta
la giuria che decreterà il vincitore?
R. - Gli artisti sono stati evidentemente
selezionati sulla base di due concetti fondamentali. Il primo che fossero espressione
– la più ampia possibile - di una cultura europea e anche di una nuova cultura europea;
penso ad esempio ai Paesi dell’Europa orientale, quindi i Balcani, ma più in generale,
ad un contesto di sviluppo, quindi quello euro – mediterraneo. Penso all’idea di un’Europa
saldata dal Mar Mediterraneo, con qualche intrusione interessante - e secondo noi
anche molto importante - di punti di vista esterni a questo contesto. Si va dall’Oriente
estremo – la Nuova Zelanda – all’Occidente classico, tradizionale – gli Stati Uniti
-. Tutto questo è stato frutto di una selezione avvenuta su indicazione della curatrice,
Martina Cavallerin. La giuria è composta da galleristi, critici d’arte e direttori
di musei di arte contemporanea.