2013-09-17 18:48:52

Il divario cittadini-istituzioni raccontato da 20 artisti in gara a Bruxelles


L’arte contemporanea in gara per raccontare il divario tra cittadini e istituzioni. Si svolge il 25 settembre a Bruxelles, presso l’ambasciata italiana, la prima edizione del Blummer Prize, un riconoscimento per il miglior artista in grado di rappresentare il vivere civile con il linguaggio internazionale dell’arte. Il servizio è di Elvira Ragosta:RealAudioMP3

Saranno venti artisti indipendenti, under 40, provenienti da tutto il mondo, i protagonisti della prima edizione del premio Pomilio Blumm, una competizione che, attraverso le opere d’arte mira, a ricomporre lo scollamento tra istituzioni e cittadini. Un tema fortemente sentito nell’anno europeo della cittadinanza e su cui Papa Francesco si è recentemente espresso, sottolineando come i cittadini, soprattutto se cattolici, non possono disinteressarsi alla politica, anzi devono partecipare al bene comune e pregare per i governanti, che da parte loro devono sempre conservare amore ed umiltà. Per ristabilire un contatto più attivo tra pubblico e privato, il Blumm prize contemporary art ha sottoposto le 20 opere d’arte ad una giuria di esperti presso l’ambasciata italiana a Bruxelles. Può l’arte contemporanea ricucire lo strappo tra cittadini e istituzioni? Lo abbiamo chiesto a Franco Pomilio, ideatore del premio Pomilio Blumm:

R. – Senz’altro sì, perché l’arte è uno strumento di sperimentazione delle avanguardie e oggi uno degli scenari del futuro è certamente quello di ricomporre una frattura sociale, culturale che, soprattutto in un territorio come l’Europa, è abbastanza consacrata tra nazioni di culture e in qualche modo anche di obbiettivi sociali diversi; dall’altra parte c’è l’ambizione - nemmeno recondita - di costruire una grande nazione europea. Quindi l’arte va intesa in questo senso, come interrogazione da parte degli artisti. Questa tematica è - a mio giudizio - una grande opportunità di scrutinamento del futuro dei linguaggi, dei valori, e naturalmente delle opportunità

D. - Su quale particolare aspetto del rapporto pubblico-privato si sono espressi i 20 artisti in gara?

R. - Principalmente la trasparenza, perché la trasparenza è, in qualche modo, un abbattitore di preconcetti che hanno minato profondamente il rapporto tra istituzioni e cittadini soprattutto nell’Europa meridionale - ma non esclusivamente -, perché siamo tutti a conoscenza di scandali e rapporti incestuosi tra politiche ed istituzioni più o meno a tutti i livelli. L’idea della trasparenza - quindi l’idea di recuperare anche un rapporto in qualche modo di interazione diretta tra istituzione come valore e cittadino - è certamente uno degli aspetti in cui la trasparenza agisce meglio, ed è anche il tema di questo contest.

D. - Il premio è ispirato dal connubio tra creatività e giovani talenti. Come sono stati selezionati gli artisti finalisti e da chi è composta la giuria che decreterà il vincitore?

R. - Gli artisti sono stati evidentemente selezionati sulla base di due concetti fondamentali. Il primo che fossero espressione – la più ampia possibile - di una cultura europea e anche di una nuova cultura europea; penso ad esempio ai Paesi dell’Europa orientale, quindi i Balcani, ma più in generale, ad un contesto di sviluppo, quindi quello euro – mediterraneo. Penso all’idea di un’Europa saldata dal Mar Mediterraneo, con qualche intrusione interessante - e secondo noi anche molto importante - di punti di vista esterni a questo contesto. Si va dall’Oriente estremo – la Nuova Zelanda – all’Occidente classico, tradizionale – gli Stati Uniti -. Tutto questo è stato frutto di una selezione avvenuta su indicazione della curatrice, Martina Cavallerin. La giuria è composta da galleristi, critici d’arte e direttori di musei di arte contemporanea.







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