Sri Lanka: radicali buddisti singalesi attaccano una chiesa protestante
Sale la tensione in Sri Lanka a causa delle violenze perpetrate da alcuni gruppi radicali
di buddisti singalesi contro le comunità cristiane, accusate di praticare "conversioni
forzate" e di "distruggere" la cultura buddista. L'ultimo episodio risale all'8 settembre
scorso, quando un gruppo di fondamentalisti ha attaccato la Chiesa pentecostale Living
Water di Meegoda, un villaggio vicino a Colombo. Tuttavia, spiega all'agenzia AsiaNews
l'avvocato buddista Susantha Dodawatta, "questo attacco non ha alcun motivo, perché
non è successo nulla tra le due comunità della zona". A guidare l'attacco è stato
il monaco buddista Pitipana Seelawansa Thero - che dirige il tempio Padukka Puraana
Viharaya - insieme a quattro suoi seguaci: Rangana Jayarathna, Chandrapala, Sunil
Perera e Damith Nilanga. Nessuno vive a Meegoda. Gli aggressori sostengono che la
chiesa non sia registrata e che le conversioni praticate dai cristiani sono un grande
problema per il villaggio. Nonostante le denunce del pastore, il rev. E.K. Pryantha,
la polizia non ha ancora arrestato i colpevoli. "Simili attacchi - spiega l'avvocato
- mostrano l'esistenza di un'agenda politica che punta a unire i buddisti. Ognuno
dovrebbe avere la libertà di cambiare religione in questo Paese. Noi buddisti siamo
i primi a essere danneggiati nella nostra cultura e religione da queste azioni meschine.
Chiunque sia dietro questo episodio non può essere sostenuto. Come buddista mi sento
imbarazzato, perché il vero buddismo non è attaccare, aggredire e uccidere". Da tempo
alcuni gruppi radicali di singalesi-buddisti prendono di mira la comunità islamica
e cristiana. In particolare si tratta del Bodu Bala Sena (Bbs) e del Sinhala Ravaya
("eco singalese"), due gruppi estremisti la cui "missione" è quella di proteggere
la popolazione buddista e singalese e la sua religione. (R.P.)