Il card. Sandri porta l'incoraggiamento del Papa ai cattolici del Kazakhstan
Prosegue la visita in Kazakhstan del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della
Congregazione per le Chiese orientali, che ha portato il saluto e l’incoraggiamento
di Papa Francesco alla piccola comunità cattolica del Paese. Un viaggio iniziato il
13 settembre scorso e che si concluderà oggi. Ascoltiamo il porporato al microfono
di Sergio Centofanti:
R. - C’è stato
anzitutto un incontro con i greco-cattolici, cioè di rito orientale, che stanno qui
in Kazakhstan. Ho inaugurato e consacrato la nuova chiesa, dedicata a San Giuseppe,
ad Astana. Oggi ho avuto l’incontro qui a Karaganda - dove mi trovo - con tutta la
comunità, che è più numerosa qui che ad Astana. Quindi la principale ragione del mio
viaggio è stato l’incontro con la comunità greco-cattolica. C’è stato poi un incontro
molto bello con la comunità latina nella cattedrale cattolica di Astana e oggi ho
visitato la nuova cattedrale latina di Karaganda e sono stato qui con i sacerdoti
e con il vescovo. Inoltre c’è stato un bell’incontro nella moschea di Astana con l’Imam
di Astana ed ho anche visitato la cattedrale dell’arcivescovo ortodosso russo di Astana.
L’arcivescovo non c’era, mi ha ricevuto l’archimandrita e ho potuto avere con loro
non solo la visita alla cattedrale, ma anche un incontro fraterno.
D. - Qual
è la situazione della piccola comunità cattolica, i rapporti con la maggioranza musulmana
e le questioni relative anche alla libertà religiosa?
R. - Direi che - grazie
a Dio! - il Kazakhstan è un Paese dove c’è la possibilità di una vita religiosa basata
sulla libertà religiosa, sull’esercizio della libertà religiosa, sul dialogo, sul
rispetto mutuo e quindi anche la piccola comunità cattolica contribuisce - nel suo
piccolo - a questo spirito di concordia e di intesa che esiste tra tutte le componenti
religiose che operano qui e in particolare con l’islam che è maggioritario, così come
anche con la Chiesa ortodossa. Grazie a Dio, le leggi permettono l’esercizio della
libertà religiosa. C’è un ambiente generale di pace e di comunione tra tutti.
D.
- Quale il messaggio di Papa Francesco a questa comunità?
R. - Il Papa mi ha
incaricato di portare il suo saluto, la sua vicinanza, la sua benedizione e soprattutto
noi ci siamo uniti al Papa, in tutti questi incontri, nella sua preghiera per la pace
nel mondo e in particolare per la pace in Siria. In tutte le celebrazioni si è avuta
questa intenzione. Ho potuto portare a tutti anche questo messaggio di pace, di rinnovamento
evangelico, di ritorno alla semplicità del Vangelo. Il Papa ha voluto donare alla
comunità greco-cattolica, per la nuova parrocchia, un calice che ho consegnato come
segno del suo amore e del suo affetto.
D. - Quindi avete pregato anche per
la pace in Siria: dopo l’accordo Stati Uniti-Russia sulle armi chimiche c’è più speranza?
R.
- Tutti, tutti siamo veramente pieni di speranza e speriamo che anche il gesto del
Papa, il digiuno e la veglia di preghiera abbiano contribuito ad illuminare e a muovere
il cuore di quelli che devono prendere delle decisioni, sia di una che dell’altra
parte, affinché sia preservata la pace, affinché siano evitate le violenze, le vittime,
soprattutto fra coloro che sono più deboli in questo drammatico scontro che sta avendo
luogo in Siria.