2013-09-16 15:29:52

Caritas Sardegna presenta i dati sulla povertà: numeri raddoppiati in due anni


Quasi raddoppiato in due anni il numero delle persone che in Sardegna bussano ai Centri di ascolto Caritas. Il dato è emerso ieri, a sei giorni dalla visita del Papa nell’isola, durante la presentazione a Cagliari dei dati 2013 sulla povertà. Presente mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Sono oltre 5.700 le persone ascoltate nei centri Caritas in Sardegna solo nel primo trimestre 2013. Un dato emblematico degli effetti della crisi, se si pensa che nel 2011 e nel 2012 le persone ascoltate erano state rispettivamente 4.800 e 6.039. Mons. Arrigo Miglio, presidente della Conferenza episcopale sarda:

R. - Nel giro di due anni è quasi raddoppiato il numero delle persone che si rivolgono ai Centri Caritas ed è molto aumentata la richiesta di beni primari, come il cibo.

D. - Il disagio sociale continua ad interessare prevalentemente donne, quarantenni, persone sposate da non moltissimi anni, spesso - nel 65% dei casi - in condizione di disoccupazione:

R. - I dati della disoccupazione, per quanto riguarda i giovani, riportano quasi il 50 per cento, cui bisognerebbe aggiungere il dato dei giovani che emigrano. Certamente sia il sistema del welfare, sia il fisco sono più pesanti con le famiglie. Quindi le situazioni di maggiore povertà si registrano nei nuclei familiari. All’interno di un richiamo alle istituzioni a considerare più al centro la famiglia, ci sono delle proposte concrete per quanto riguarda il quoziente familiare, il calcolo dell’Isee eccetera…Ci sono tante proposte; quella perfetta non esiste. Però si chiede che almeno qualcuna venga presa in considerazione.

D. - Al momento sono solo proposte? Non risulta un’applicazione, ad esempio, del quoziente familiare?

R. - Riguardo al quoziente familiare, mi pare proprio che siamo fermi.

D. - Al contrario di quanto potrebbe sembrare i senza dimora, che pure chiedono aiuto, sono appena il 5,2% contro il 94% delle persone ascoltate aventi un domicilio proprio.

R. - Sì, questo conferma, appunto, che la povertà dell’immaginario collettivo del “barbone”, del senza fissa dimora, non coglie la vera situazione reale del Paese.

D. - I nuovi poveri di cui si parla da qualche anno?

R. - L’elenco di suicidi che abbiamo avuto in questi ultimi mesi non riguardano barboni o senza fissa dimora, sono piccoli commercianti, piccole imprese… povertà ancora più nascoste, che non emergono e purtroppo quando ce ne accorgiamo, qualche volta è tardi.

D. - Significativo anche il dato relativo all’istruzione: più vulnerabili sono le persone meno istruite...

R. - Sì, questo è un dato riscontrato anche a livello nazionale, nella recente Settimana sociale. Anche da questo punto di vista, la Sardegna si rivela una delle regioni più deboli, in cui l’abbandono scolastico è molto forte.

D. - Alla luce di questi dati, come vivete l’attesa del Papa?

R. - La presentazione di questi dati in vista della visita di Papa Francesco è stata fatta proprio per questo: per aiutare tutti a riflettere, affinché questi dati concreti ci aiutino a prendere sul serio, a tradurre in cammino concreto le parole che il Santo Padre ci rivolgerà. Ma il suo gesto di voler venire in Sardegna è già un messaggio. Il Papa ci dice da dove si deve ripartire: si deve ripartire là dove le povertà sono più forti.

D. - Qual è il Suo auspicio per la visita del Papa, un appuntamento importante che tutta la Sardegna si prepara a vivere?

R. - Il mio auspicio è che quello che il Papa dirà per la Sardegna, per la sua situazione, sia colto da tutto il Paese, soprattutto da coloro che hanno responsabilità a livello nazionale. Anche da questo punto di vista, quindi, spero che la Sardegna possa essere un “laboratorio”. Penso a quanto già disse Papa Benedetto XVI nel 2008, dal piazzale del Santuario di Bonaria, quando sottolineò il bisogno di una nuova classe politica, di cattolici impegnati in politica, a servizio del bene comune del Paese. E questo gesto di Papa Francesco spero sia un messaggio non solo per la Sardegna, ma anche per tutto il Paese.

Ultimo aggiornamento: 17 settembre







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