Bucarest: il patriarca Rai consacra l'altare della nuova chiesa dedicata a san Charbel
Una nuova chiesa di san Charbel, quella a Bucarest, si è aggiunta a tutta la serie
di edifici sacri dedicati al monaco di Annaya, icona della dedizione totale, divenuto
dopo la morte uno dei più gradi taumaturghi della Chiesa universale. Bianca, pulita,
spaziosa, la chiesa è stata dedicata domenica scorsa dal patriarca maronita Bechara
Rai, grazie agli sforzi della piccola comunità libanese installatasi in Romania dopo
la caduta di Ceausescu. Assieme ai libanesi, integratesi in modo perfetto nel Paese
- riferisce l'agenzia AsiaNews - vi sono altri cristiani orientali: soprattutto irakeni,
e poi siriani, giordani, qualche armeno. Tutti hanno partecipato alla cerimonia, dato
che la chiesa servirà da punto di raccolta di tutti i cattolici orientali in Romania
e Bulgaria. Almeno 500 persone si sono ritrovate all'interno della chiesa, coi muri
dipinti di fresco e i banchi di legno chiaro per assistere alla cerimonia della consacrazione.
L'edificio è stato costruito grazie alle offerte dei fedeli, dall'obolo della vedova
e dai doni dei più facoltosi. Fra questi ultimi vi è Sarkis Sarkis, imprenditore il
cui gruppo agroalimentare è il numero due dell'economia rumena. Da domenica nel cielo
di Bucarest risuonano due campane, giunte da Beit Chébab, il villaggio libanese dove
esiste ancora un artigianato tradizionale per fondere le campane. Attorno all'altare,
insieme al patriarca Rai, vi erano quattro vescovi libanesi, l'arcivescovo di Bucarest,
mons. Ioan Robu, il nunzio apostolico in Romania. Fra gli ospiti, in prima fila, Rana
Moqaddam, ambasciatrice del Libano, il Mufti della Romania, un rappresentante della
Chiesa ortodossa, ambasciatori arabi e di altre nazioni, amici del Libano e molte
famiglie con figli. (R.P.)