2013-09-15 09:30:28

In Siria a rischio l'unico Centro di cardiochirurgia pediatrica


L’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo ha lanciato l’allarme sulla possibile chiusura del Centro di cardiochirurgia pediatrica dell’Università di Damasco, nato nel 2011. Vi sono stati formati 15 medici siriani, che hanno compiuto 170 operazioni. Il Centro è l’unico in Siria specializzato in cardiochirurgia pediatrica ed è diretto dal dott. Tamman Youssef. Debora Donnini lo ha intervistato: RealAudioMP3

R. - Oggi ovviamente sotto questo embargo e con queste sanzioni, il campo medico è molto colpito, però, per fortuna, questo Centro si trova in una zona verde, sotto protezione. Quindi non ci sono sparatorie, ma ci sono ugualmente delle difficoltà. Arrivano tantissimi bambini perché questo è l’unico centro della Siria che cura questo tipo di bambini. Abbiamo una lista d’attesa di 3 - 4 mila bambini che aspettano di essere curati. Il Centro di solito doveva fare due o quattro interventi al giorno; adesso ne fanno solamente uno ovviamente per vari motivi. Questi problemi sono legati alla mancanza dei farmaci, del materiale necessario per gli interventi di cardiochirurgia, perché un intervento per un bimbo costa intorno ai 1.500 euro, perché si tratta di un intervento complesso che richiede l’uso di tanto materiale. E per vari motivi, non esistono questi materiali.

D. - In questo momento qual è l’appello dell’Associazione bambini cardiopatici nel mondo? Di che cosa avete bisogno per non chiudere l’ospedale?

R. - L’Associazione Bambini Cardiopatici chiede appoggio ad associazioni di diverse entità, pubbliche e private, per organizzare una raccolta fondi per i materiali per duecento bambini, perché tra due o tre mesi - probabilmente - non avremo più il materiale per operare, nonostante il governo stia facendo di tutto per fornirci ciò di cui abbiamo bisogno, ma alcune volte non bastano i soldi perché se il materiale non esiste …

D. - Il Papa ha lanciato un forte appello per la pace. Sabato si è pregato per questo a Piazza San Pietro. Come lo avete accolto?

R. - Il Papa è stato un leader, una bussola per tutti quanti, anche per i musulmani, gli ebrei, i buddisti e addirittura per i non credenti. Il suo appello era per tutti. Quindi la saggezza umana, lo spirito umano che ha rappresentato il Papa, è un messaggio molto forte che noi teniamo come bussola. In questo modo si salvano non solo i bambini cardiopatici, ma anche quelli sani, vittime di questi tipi di guerra, e i civili. Finisce la sofferenza di un popolo intero con le parole del Papa, parole che noi consideriamo “sacrosante”, come la sua santità.







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