Giorno del ricordo dei bimbi abortiti. Oltre un milione le firme raccolte in Europa
a difesa della vita
Su iniziativa di alcune associazioni pro life americane si è celebrato questo sabato
il Giorno del ricordo dei bimbi abortiti. Veglie di preghiera si sono tenute nei cimiteri
statunitensi dove riposano i piccoli innocenti non nati. Iniziative analoghe si sono
svolte anche in Italia dove ieri la relazione annuale sull’attuazione della legge
194 ha fotografato un calo del 5% in un anno degli aborti ed un aumento dei ginecologi
obiettori di coscienza: circa 7 su 10. Intanto ha raggiunto oltre un milione di firme
la campagna europea a difesa della vita "Uno di Noi". Soddisfazione dal presidente
del Movimento per la Vita Carlo Casini che, al microfono di Paolo Ondarza,
si sofferma sulla giornata odierna:
R. - Tutte le
questioni riguardanti il diritto alla vita e l’aborto si fondano su una sola questione:
il figlio concepito, è un essere umano o è una cosa? Se è un essere umano, deve essere
trattato come tale. Questa idea, porta alla richiesta di seppellimento dei feti abortiti.
Anche in Italia la cosa si verifica da anni: c’è addirittura un’associazione “Difendere
la vita con Maria” che, in modo organico, realizza cerimonie di questo tipo. Quindi
si tratta di un’iniziativa che sottolinea ancora una volta che l’embrione è “uno di
noi”.
D. - In questa giornata del ricordo dei bimbi abortiti, è possibile fare
una stima di quanti sono stati gli aborti in Italia da quando è stata introdotta la
Legge 194 del 1978?
R. - Certo! Gli aborti legali conosciuti sono vicino ai
quattro milioni. Ma si tratta solamente degli aborti legali, cioè di quelli che hanno
il timbro dello Stato. Poi c’è un’enorme quantità di altri figli che sono stati soppressi
dei quali non si sa il numero preciso. Penso ad esempio alla pillola del giorno dopo:
400 mila le confezioni vendute l’anno scorso, che non sempre - grazie a Dio – significa
parlare di aborti, ma in una certa percentuale significativa, sì. Penso agli embrioni
di neonati in provetta, direttamente distrutti o abbandonati nei frigoriferi. È una
strage, e il numero degli aborti fatti negli ospedali, i quattro milioni, è solo la
punta dell’iceberg.
D. - Secondo la relazione annuale sull’attuazione delle
Legge 194 in Italia gli aborti sono in calo, -5%...
R. - Se sono diminuiti
non c’è che rallegrarsi. Resta la tragedia di oltre centomila vite uccise in un anno.
Si può fare il confronto con le vittime di guerre vere e proprie. L’aborto si evita
grazie al coraggio della mamma, che deve essere alimentato da un’educazione, da una
visione del fatto che il figlio è figlio!
D. - A parte il lavoro che viene
svolto quotidianamente dai Centri di aiuto alla Vita, a livello istituzionale è ancora
poco quello che si fa per tutelare la vita, e per tutelare la maternità ...
R.
- È molto poco, anzi! L’azione complessiva è volta contro la maternità e contro la
vita. Basta vedere cosa c’è scritto nei libri di testo scolastici, cosa si sente continuamente
alla televisione, come funzionano i consultori familiari ...
D. - Un commento
anche sul dato relativo all’aumento del 17 percento, in 30 anni, dei ginecologi obiettori
di coscienza ... C’è chi ha letto questo dato come un appiglio per mettere in discussione
il diritto all’obiezione ...
R. - Questa è la cosa più infame che ci sia! Davanti
al comitato sociale del Consiglio d’Europa, contro l’Italia, la Cgil e la Planned
Parenthood internazionale, hanno chiesto la condanna perché nel nostro Paese c’è troppa
obiezione di coscienza. Ora, la relazione del ministro Lorenzin dimostra come questa
critica non abbia alcun senso. La media degli aborti che i non obiettori fanno è di
1,7 alla settimana! Quindi quando la Cgil scrive che i non obiettori di coscienza
sono costretti a fare soltanto aborti, ad andare oltre l’orario lavorativo con conseguenze
di natura psichica, si tratta veramente di follie allo stato puro! Gli obiettori sono
aumentati, ma questo è un dato assolutamente positivo! Perché gli obiettori di coscienza
danno fastidio agli abortisti? Perché ricorrere all’obiezione vuol dire affermare
da parte di chi vede, di chi sa per scienza e per esperienza, che i bambini sono tali
anche quando sono nel seno materno. E questo fatto dà fastidio, perché il presupposto
reale dell’aborto è che non ci sarebbe un essere umano ma una cosa, un grumo di cellule
nel grembo materno. L’obiezione di coscienza è una prova evidente che il concepito,
il bambino, quando si trova nel seno materno è uno di noi.