Al fianco dei bambini vittime di abusi: compie 10 anni l’associazione “Chiara e
Francesco”
Dieci anni al fianco e assieme ai bambini vittime di abusi sessuali: è il traguardo
raggiunto dall’associazione “Chiara e Francesco”, nata dal cuore di un gruppo di ragazzi
della parrocchia di Torvaianica, sul Litorale Romano. L’associazione, che conta 3
case-famiglie, ospita attualmente venti bambini e ragazzi. Su questa esperienza non
facile, ma straordinariamente ricca di umanità, Alessandro Gisotti ha intervistato
Alessandro Orsini, vicepresidente di “Chiara e Francesco”:
R. – Dieci anni
passati molto in fretta: si sta con i bambini e sono praticamente volati! Dieci anni
da quando abbiamo aperto, qui, sul nostro territorio, a Torvaianica, dopo che era
stata creata da un gruppo di ragazzi, quelli che noi eravamo, della parrocchia di
Torvaianica, nati dal dolore di una bambina. La nostra associazione nasce proprio
per dare risposta ad una bambina e ad una mamma che si sono presentate al centro di
ascolto della nostra parrocchia. I ragazzi che sono stati da noi sono 54, quelli passati
o che sono ancora da noi: oggi sono 20 in tre case. Dieci anni passati molto in fretta,
ma molto intensi, perché sono stati vissuti insieme a loro, insieme ai loro problemi,
ai loro dolori. Abbiamo lanciato tante iniziative, continuiamo a proporne: corsi nelle
scuole, con insegnanti e con gli alunni per fare prevenzione, proprio per far conoscere
cosa c’è dietro ad un maltrattamento, ad un abuso, e anche per farli emergere, perché
purtroppo molte volte non si è a conoscenza e non si sa a chi rivolgersi. Pensiamo
a bambini molto piccoli, perché la maggior parte degli abusi purtroppo nasce tra le
mura domestiche. Quindi, se è papa o mamma, se è un parente stretto che compie un
abuso, il bambino non sa a chi rivolgersi.
D. – Colpisce, per esempio, una
notizia come quella che abbiamo letto quest’estate, di un pedofilo che con una decisione
della Corte d’Appello di Roma, torna nello stesso palazzo della vittima: si vanno
a riaprire ferite che poi non si rimargineranno mai completamente …
R. – Sono
ferite che non si rimarginano. Noi proprio con i tecnici, con i nostri psicologi,
con gli psicoterapeuti, ma soprattutto con lo stare vicini ai ragazzi impariamo proprio
questo: che sono ferite che non passeranno mai. Non è pensabile dire: con il tempo
si dimentica. Ferite del genere non si dimenticano. La notizia, che quest’estate era
uscita su tutti i giornali, i telegiornali è una cosa assurda, ma noi ci troviamo
a combatterci quotidianamente. Noi abbiamo fatto una decina di denunce per abuso sessuale
verso i nostri ragazzi e ci ritroviamo con persone condannate per pedofilia nei riguardi
di ragazzi che adesso sono usciti, e ce le ritroviamo sotto casa perché cercano di
venire a parlare con i figli, di far loro ritrattare tutto, vengono ancora a minacciarli
… E la legge, purtroppo, a volte non tiene conto di questo. Che i domiciliari vengano
dati nello stesso appartamento, nello stesso palazzo nel quale vive la vittima, è
assurdo, perché il solo rivedere il proprio mostro, la persona che gli ha usato
violenza, per un bambino questo è tremendo!
D. – “Chiara e Francesco” – lo
si ricordava – nasce in una dimensione di parrocchia: il nome stesso richiama immediatamente
la dimensione, la testimonianza francescana. Un pensiero anche su Papa Francesco,
allora, in questo percorso di impegno …
R. – Noi nasciamo dentro la Chiesa.
La mia è un’esperienza che io porto avanti proprio a livello di fede. Abbiamo scelto
di fare questo proprio per dare una risposta di fede ai bisogni che si sono presentati
e sappiamo, purtroppo, che ci sono casi all’interno della Chiesa: è inutile nascondersi
o fare finta di niente. Non bisogna nasconderlo, ma bisogna prevenire partendo anche
dai Seminari, preparando bene i ragazzi che vogliono diventare sacerdoti. Quando si
verifica un caso di pedofilia, purtroppo, ci si pone a favore o contro, è vero o non
è vero. E spesso non si sta vicini ai bambini che subiscono queste cose. E devo dire
che all’interno della Chiesa, ultimamente, il fatto di stare vicino ai bambini vittime
degli abusi sta avvenendo e noi ne siamo molto contenti, ovviamente. Anche la Conferenza
episcopale italiana ha pubblicato le linee guida per i casi di abuso sessuale nei
confronti di minori; per noi, anche la vicinanza di Papa Francesco e di Papa Benedetto
per noi è importante, perché la Chiesa deve tutelare.