Siria: sì al controllo esterno sul proprio arsenale chimico, intanto la diplomazia
si muove a Ginevra
Da Ginevra, sede dell’incontro tra Stati Uniti e Russia per trovare una soluzione
alla crisi siriana, giungono i primi segnali di uno sblocco della situazione. Il presidente
Assad ha ieri accettato la proposta russa di porre sotto controllo internazionale
l’arsenale chimico siriano. Il capo dello Stato pone, tuttavia, nuove condizioni,
mentre i colloqui tra il segretario di Stato americano Kerry e il ministro degli Esteri
russo, Lavrov, riprendono oggi nella città elvetica. Ci riferisce Marina Calculli:
Mentre lunedì
si attende con tutta probabilità il rapporto degli ispettori dell’ONU sull’attacco
chimico avvenuto in Siria il 21 agosto, a Ginevra la seconda giornata sarà incentrata
sulle modalità con cui l’arsenale chimico siriano debba essere posto sotto tutela
internazionale. Il presidente Bashar al-Asad ha ribadito ieri la promessa di rispettare
l’accordo e il palazzo di vetro ha annunciato di aver già ricevuto domanda da parte
del governo siriano per aderire alla convenzione internazionale del 1993 che vieta
l’uso di armi chimiche. Ma Asad pone le sue condizioni: la minaccia di attacco americano
deve essere ritirata. In un discorso diffuso dal canale russo il raìs precisa che
la sua apertura “è dovuta interamente a Mosca” e che “l’influenza americana non c’entra
nulla”; “Solo quando vedremo l’America davvero interessata a stabilizzare la regione
e il flusso di terroristi nel nostro paese sarà interrotto allora potremo intraprendere
un dialogo con Washington”. Obama tuttavia si dice ottimista, ma l’opposizione rifiuta
in toto la proposta russa. A gettare acqua sul fuoco, oggi il Wall Street Journal
sostiene, sulla base di voci interne, che il regime stia disseminando il suo arsenale
tra 50 siti del paese per rendere più difficile l’operazione di neutralizzarne il
possibile impiego. Intanto all’interno della Siria molti fronti restano aperti: a
Maloula, un villaggio cristiano a nord di Damasco, soldati e ribelli continuano a
combattere porta per porta. Scontri violenti anche a sud di Aleppo mentre l’Osservatorio
siriano per i diritti umani riporta che 22 civili sono stati uccisi da al-Nusra nell’assalto
dei villaggi alawiti a est di Homs.