Oltre un milione di bambini siriani in fuga dalla guerra
La guerra in Siria colpisce soprattutto i minori: a tre anni dall'inizio del conflitto
sono oltre un milione i bambini siriani fuggiti dal Paese, per cercare riparo in Giordania,
Libano, Egitto, Turchia, Iraq, spesso separati dalle proprie famiglie. Un dato impressionante,
fornito dall’Unicef, che ha promosso una raccolta fondi nell’ambito di una campagna
dal titolo “I bambini della Siria: una generazione a rischio”, che si è conclusa con
un convegno alla Farnesina. Il servizio di Alessandro Filippelli:
La violenza,
la paura, i traumi: il prezzo pagato per il conflitto in Siria è altissimo. Ma qual
è la soluzione per rispondere alle gravi necessità dei bambini, lo abbiamo chiesto
a Giacomo Guerrera, presidente di Unicef-Italia:
“Da parte nostra,
possiamo creare le condizioni affinché queste persone che scappano, lasciandosi alle
spalle le proprie abitazioni, i propri parenti, i propri familiari e vanno in un Paese
dove non trovano nulla - dobbiamo dirlo - e molto spesso si tratta di aree desertiche,
ricevano quotidianamente generi di prima necessità. C’è, quindi, un impegno massiccio.
Abbiamo mandato 10 tonnellate di ipoclorito di sodio per quanto riguarda l’acqua,
mettendo così 10 milioni di persone in condizione di poter usare dell’acqua potabile.
Ma non basta questo! L’unica cosa che possiamo veramente fare tutti insieme è mettere
in moto un meccanismo per cui parta un'altra azione, quella ricerca di una soluzione
politica e pacifica. Ci auguriamo che non si parli di intervento armato, perchè poi
a pagarne le conseguenze - ormai lo sappiamo - sono le donne, gli anziani e soprattutto
i bambini".
Durante l’ultimo G20 a San Pietroburgo è stato annunciato lo
stanziamento di 50 milioni di dollari per risolvere l’emergenza umanitaria siriana.
Il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha auspicato un ulteriore contributo
italiano nell’ambito della discussione in Parlamento al prossimo decreto sulle missioni
all’estero:
“Questo ulteriore stanziamento annunciato a San Pietroburgo,
che andrà operativamente nel Decreto Missioni, è chiaro che porterà - da parte di
tutti - la necessità di uno sforzo di programmazione. Credo che lo sforzo di questa
campagna dell’Unicef per la scuola nel nuovo campo di Zaatari, ben si combini con
un altro sforzo che avevamo già avviato del nuovo ospedale da campo a Zaatari. Questo
può quindi diventare una specie di compound con vari servizi
per la popolazione”.
All’emergenza umanitaria si aggiunge, infine, quella
educativa. L’Unicef ha denunciato che in Siria circa 1,9 milioni di studenti hanno
abbandonato la scuola. Più di 3.000 gli edifici distrutti o danneggiati e più di 930
sono usati per ospitare gli sfollati”.