Il Papa: le chiacchiere sono criminali perché uccidono Dio e il prossimo
Chi parla male del prossimo è un ipocrita che non ha “il coraggio di guardare i propri
difetti”. E’ il monito levato da Papa Francesco, nella Messa di questo venerdì alla
Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che le chiacchiere hanno una “dimensione
di criminalità”, perché ogni volta che parliamo male dei nostri fratelli, imitiamo
il gesto omicida di Caino. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Perché guardi
la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non t’accorgi della trave che è
nel tuo?” Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia partendo dall’interrogativo posto
da Gesù che scuote le coscienze di ogni uomo, in ogni tempo. Dopo averci parlato dell’umiltà,
ha osservato, Gesù ci parla del suo contrario, “di quell’atteggiamento odioso verso
il prossimo, di quel diventare giudice del fratello”. E qui, ha affermato,
Gesù “dice una parola forte: ipocrita”:
“Quelli che vivono giudicando
il prossimo, parlando male del prossimo, sono ipocriti, perché non hanno la forza,
il coraggio di guardare i loro propri difetti. Il Signore non fa, su questo, tante
parole. Poi dirà, più avanti, che quello che ha nel suo cuore un po’ d’odio contro
il fratello è un omicida... Anche l’Apostolo Giovanni, nella sua prima Lettera, lo
dice, chiaro: colui che odia suo fratello, cammina nelle tenebre; chi giudica il fratello,
cammina nelle tenebre”.
Ogni volta che noi “giudichiamo i nostri fratelli
nel nostro cuore – ha proseguito – e peggio, quando ne parliamo di questo con gli
altri siamo cristiani omicidi”:
“Un cristiano omicida … Non lo dico io,
eh?, lo dice il Signore. E su questo punto, non c’è posto per le sfumature. Se tu
parli male del fratello, uccidi il fratello. E noi, ogni volta che lo facciamo, imitiamo
quel gesto di Caino, il primo omicida della Storia”.
E aggiunge che in
questo tempo in cui si parla di guerre e si chiede tanto la pace, “è necessario un
gesto di conversione nostro”. “Le chiacchiere – ha avvertito – sempre vanno su questa
dimensione della criminalità. Non ci sono chiacchiere innocenti”. La lingua, ha detto
ancora riprendendo l’Apostolo Giacomo, è per lodare Dio, “ma quando la nostra lingua
la usiamo per parlare male del fratello o della sorella, la usiamo per uccidere Dio”,
“l’immagine di Dio nel fratello”. Qualcuno, ha affermato il Papa, potrebbe dire che
una persona si meriti le chiacchiere. Ma non può essere così:
“‘Ma vai,
prega per lui! Vai, fai penitenza per lei! E poi, se è necessario, parla a quella
persona che può rimediare al problema. Ma non dirlo a tutti!’. Paolo è stato un peccatore
forte, e dice di se stesso: ‘Prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento.
Ma mi è stata usata misericordia’. Forse nessuno di noi bestemmia – forse. Ma se qualcuno
di noi chiacchiera, certamente è un persecutore e un violento. Chiediamo per noi,
per la Chiesa tutta, la grazia della conversione dalla criminalità delle chiacchiere
all’amore, all’umiltà, alla mitezza, alla mansuetudine, alla magnanimità dell’amore
verso il prossimo”.