Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella 24.ma Domenica del Tempo ordinario, il Vangelo ci presenta tre parabole sulla
misericordia divina: quella del figlio prodigo, della pecora smarrita e della moneta
perduta. Gesù dice:
“Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si
converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione”.
Ascoltiamo
una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio
Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
Il Signore oggi
ci dona una parola che rivela la divina misericordia e la gioia che l’accompagna.
I pubblicani e i peccatori accorrono a Gesù, ma chi presume di essere giusto, perché
compie la Legge, pur avendone perso il cuore, la misericordia, appunto, non capisce
e grida allo scandalo. “Gesù accoglie i peccatori e mangia con loro”. In Israele sedere
a tavola con i peccatori è farsi uno di loro. La risposta di Gesù rivela il cuore
di Dio. Il Padre sa che, lontano da Lui, nessuna gioia è vera, ed anche quella parvenza
di letizia di cui ci si ammanta, sa più di fuga, con il sorriso amaro di ciò che finisce
presto e male. Per questo, nella parabola della pecora perduta, il pastore lascia
le 99 incustodite nel deserto e si mette alla ricerca di quella smarrita e quando
la ritrova, “pieno di gioia, se la carica sulle spalle” e invita gli amici a fare
festa. Se questo fa un semplice pastore, cosa non farà il “Pastore grande delle pecore”,
Dio, per la “sua pecora” smarrita: ogni donna e uomo che soffre, ogni donna e uomo
solo. Proprio perché smarrito, diventa “suo”: che tenerezza in questo “suo”! È davvero
la domenica della gioia divina, a cui partecipano anche gli angeli: “Io vi dico, vi
è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte “. E tu,
vescovo, presbitero, o cristiano che sia, perché aspetti che la pecora ritorni da
sola? Non ce la fa: aveva sete e cercando l’acqua di pozzanghera in pozzanghera è
caduta nel precipizio! Perché non scendi tu da lei, non te la metti sulle spalle,
e la riporti al divino banchetto, la festa preparata apposta per lei?