Onu: in Siria commessi crimini di guerra e contro l'umanità da tutte le parti in conflitto
Accusa le due parti coinvolte nella guerra in Siria il rapporto stilato da una commissione
d’inchiesta dell’Onu, costituita da quattro giuristi internazionali, in merito a crimini
commessi tra il 15 maggio e il 15 luglio scorso. Il presidente Bashar Al Assad, le
forze governative e i sostenitori del potere - riferisce l'agenzia Misna - sono ritenuti
responsabili di “attacchi generalizzati contro la popolazione civile, torture, stupri,
omicidi e rapimenti che costituiscono crimini contro l’umanità”. A carico dei gruppi
armati anti-governativi gli esperti Onu hanno confermato l’utilizzo di bambini-soldati,
omicidi, esecuzioni extragiudiziarie, torture, presa di ostaggi e attacchi contro
“oggetti protetti” che li rendono a tutti gli effetti colpevoli di “crimini di guerra”.
Invece per quanto riguarda il ricorso ad armi chimiche, al centro del dibattito internazionale
delle ultime settimane, la Commissione Onu ha riferito di “allegazioni che ricollegano
principalmente alle forze governative”, precisando tuttavia che “in base agli elementi
attualmente disponibili, non è stato possibile giungere ad una conclusione sulle sostanze
utilizzate e sugli autori, pertanto le inchieste proseguono”. Sui fatti che si sono
verificati il 21 agosto alle porte di Damasco sta lavorando un’apposita commissione
che deve ancora pronunciarsi in via formale e definitiva. Il rapporto dei quattro
giuristi, presentato ieri a Ginevra, è il frutto di 2000 colloqui avuti a distanza
con cittadini siriani, anche tra quelli scappati nei Paesi confinanti. “I responsabili
di queste violazioni e crimini di qualunque parte siano, hanno ignorato il diritto
internazionale senza alcun timore. Devono essere assicurati alla giustizia” ha detto
il capo della commissione, il brasiliano Paulo Pinheiro. Il rapporto conclude che
“non esiste soluzione militare a questo conflitto, ma solo una soluzione politica
attraverso negoziati”. A poche ore dal rinvio di una riunione d’urgenza sulla Siria,
prevista per ieri su richiesta della Russia, a causa di posizioni troppo divergenti
tra Mosca e Parigi, il segretario generale Ban Ki-moon ha lanciato un nuovo appello
agli Stati membri della massima istituzione Onu. “Le atrocità commesse da due anni
e mezzo in Siria rappresentano una sconfitta collettiva della comunità internazionale
e pesano sulla reputazione dell’Onu e dei suoi Stati membri” ha detto Ban in occasion
di un dibattito all’Assemblea generale. Il capo della diplomazia dell’Unione Europea,
Catherine Ashton, ha invece chiamato i membri del Consiglio di sicurezza ad “assumersi
le proprie responsabilità nella risoluzione del conflitto siriano”, dando il proprio
assenso a un controllo internazionale sulle armi chimiche di Damasco “che rappresenta
un’opportunità per risolvere il problema al livello globale”. (R.P.)