2013-09-12 15:03:34

Ispezioni della Dia a Pompei contro le infiltrazioni della criminalità organizzata


In Italia, la Direzione investigativa antimafia (Dia) di Napoli, insieme con Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, ha fatto mercoledì un "accesso ispettivo" nei cantieri degli scavi di Pompei. In particolare, sono state controllate due società e venti persone in relazione a tre "domus": la Casa delle pareti rosse, la Casa di Sirico, la Casa di Niobe. Si è trattato di un’operazione contro la criminalità organizzata che vede, nei nuovi fondi in arrivo per Pompei, un possibile business. Fausta Speranza ne ha parlato con l’archeologo Luigi Scaroina, che lavora negli scavi dell'inestimabile sito archeologico per conto del Ministero dei Beni Culturali:RealAudioMP3

R. – Ieri, c’è stata questa ispezione della Dia che rientra in un iter previsto all’interno del "Grande Progetto Pompei": un grosso finanziamento di 105 milioni, stanziato dall’Unione Europea e dal governo italiano, per il rilancio di Pompei, dell’area archeologica e del territorio in generale. Con l’arrivo di questo grosso finanziamento chiaramente c’era e c’è il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, per questo è stato istituito un Ufficio apposito, guidato dal prefetto Guida presso la Prefettura di Napoli, che controlla tutti i bandi di gara e tutto l’iter procedurale dei progetti che il Ministero bandisce. Questo, oltre a un controllo della parte amministrativa, quindi della documentazione prodotta, comporta anche un controllo diretto sui cantieri: ispezioni periodiche della Dia, di Carabinieri e Finanza, che tutelano noi, tutelano il sito e il finanziamento. Viene verificato ad esempio che nei cantieri attivi – attualmente cinque – non ci siano persone non registrate e che non dovrebbero essere lì. Si verificano gli acquisti dei materiali e si controlla sostanzialmente tutta la parte economica, quindi, i flussi finanziari di questo "Grande Progetto Pompei". È uno strumento di tutela per tutti e siamo contenti che questo si verifichi.

D. – Sono controlli quindi di prevenzione. Non è successo nulla di allarmante?

R. – Assolutamente nulla. È una prassi, ci sono accordi con il Ministero degli Interni. Noi siamo i primi a volere che tutto sia sotto controllo.

D. – Parliamo dei tempi di questo progetto, di questo finanziamento che prevede anche lo scorporo della Soprintendenza tra Napoli e Pompei. Finora, era una sola Soprintendenza: è così?

R. – Sì, questo è un decreto legge dell’8 agosto 2013 e adesso stiamo aspettando la conversione in legge per capire bene l’indirizzo che il Ministero vuole prendere. Sostanzialmente, verrà scorporata la Soprintendenza speciale di Pompei da quella di Napoli e questo può essere sicuramente una cosa positiva, perché il territorio di per sé era gigantesco: comprendeva la provincia di Napoli e tutta l’area vesuviana fino a Sorrento, con problematiche molto diverse. Quindi, questo è sicuramente un segnale di attenzione del governo nei confronti di Pompei nello specifico. Adesso, però, dobbiamo attendere la nomina del direttore generale di progetto e capire bene come procedere.

D. – Cosa dire della copertura mediatica su Pompei? In particolare, nell’ultimo anno abbiamo sentito allarmi su tutti i media anche internazionali – anzi forse soprattutto internazionali – per il rischio grandissimo di degrado…

R. – Che Pompei abbia dei problemi è fuori dubbio, ma non sono così gravi come vengono riportati dai media. Parliamo di un parco, di un’area archeologica di 66 ettari – quindi gigantesca – di cui 44 scavati. C’è bisogno di manutenzione quotidiana, c’è bisogno di tecnici quotidianamente e purtroppo il personale è molto carente. Questa crisi di Pompei è una crisi che riguarda tutto il mondo culturale italiano: tutti i siti archeologici di Italia sono in sofferenza. Spesso, abbiamo difficoltà al Ministero, non nel caso specifico a Pompei, anche a pagare le bollette o la carta per le stampanti. Questo perché ci sono stati tagli progressivi nel corso degli anni, nell’ultimo ventennio in particolare, che hanno impoverito tutta la struttura ministeriale e questo è un dato che va segnalato. Ultimamente, con questo decreto legge sulla cultura, sembra ci sia una ripresa, una maggiore attenzione per il rilancio degli investimenti in ambito di beni culturali.

Ultimo aggiornamento: 13 settembre







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