India: nel Karnataka in aumento le violenze anticristiane
È emergenza sicurezza in Karnataka: negli ultimi tre mesi gruppi ultranazionalisti
indù hanno portato almeno 15 attacchi contro alcune comunità cristiane dello Stato,
senza contare i casi non denunciati alle autorità, le minacce e gli insulti. L'ultimo
di cui si ha notizia risale all'8 settembre scorso. Un aumento "preoccupante", nota
all'agenzia AsiaNews Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians
(Gcic), secondo il quale "questi militanti sembrano farsi beffa dei diritti sanciti
dalla Costituzione indiana". Domenica scorsa 25 militanti indù della Rashtriya Savayamsevak
Sangh (Rss) e del Bajrang Dal hanno interrotto un servizio di preghiera della Living
Hope Church, comunità pentecostale indipendente di Yelahanka New Town (a nord di Bangalore).
Dopo aver fatto irruzione, gli estremisti hanno urlato "nessuna preghiera e nessuna
chiesa", impedendo ai fedeli di continuare il raduno. Il rev. William John è andato
alla locale stazione di polizia e ha denunciato gli aggressori. L'ispettore Ashok
Kumar, che ha registrato la testimonianza del pastore, ha promesso di fornire tutta
la protezione necessaria al leader cristiano e alla sua comunità. Tuttavia, già una
settimana prima quella Chiesa pentecostale aveva subito un attacco analogo. Il primo
settembre scorso infatti gli stessi militanti hanno fatto irruzione nel bel mezzo
della preghiera, hanno accusato il pastore e i fedeli presenti di praticare conversioni
forzate dall'induismo al cristianesimo e poi li hanno picchiati. "Questi attacchi
- nota Sajan George - sembrano essere un piano sinistro delle forze ultranazionaliste
indù volto a screditare il governo del Congress in Karnataka in vista delle elezioni
generali del 2014". Dopo nove anni al potere, nel maggio scorso il Bharatiya Janata
Party (Bjp, partito ultranazionalista indù) ha perso le elezioni ammnistrative, vinte
con una maggioranza piena dal Congress, formazione laica e primo partito del Paese.
Dalla sconfitta, il Bjp continua ad alimentare tensioni e sostenere attacchi contro
le minoranze dello Stato. (R.P.)