Il Papa: la speranza cristiana non è ottimismo, è molto di più, è Gesù
La virtù della speranza – forse meno conosciuta di quella della fede e della carità
– non va mai confusa con l’ottimismo umano, che è un atteggiamento più umorale. Per
un cristiano, la speranza è Gesù in persona, è la sua forza di liberare e rifare nuova
ogni vita. Lo ha affermato lunedì mattina Papa Francesco all’omelia della Messa presieduta
presso Casa Santa Marta. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La speranza
è “un dono” di Gesù, la speranza è Gesù stesso, ha il suo “nome”. Speranza non è quella
di chi di solito guarda al “bicchiere mezzo pieno”: quello è semplicemente “ottimismo”,
e “l’ottimismo è un atteggiamento umano che dipende da tante cose”. L’omelia mattutina
di Papa Francesco si impernia all’inizio su questa distinzione. Lo spunto viene dalla
Lettera nella quale Paolo scrive ai Colossesi “Cristo in voi, speranza della gloria”.
Eppure, obietta il Papa, “la speranza è una virtù di ‘seconda classe’”, la “virtù
umile” se paragonata alle più citate fede e carità. Per questo può accadere che sia
confusa con un sereno buon umore:
“Ma la speranza è un’altra cosa, non è
ottimismo. La speranza è un dono, è un regalo dello Spirito Santo e per questo Paolo
dirà: ‘Mai delude’. La speranza mai delude, perché? Perché è un dono che ci ha dato
lo Spirito Santo. Ma Paolo ci dice che la speranza ha un nome. La speranza è Gesù.
Non possiamo dire: 'Io ho speranza nella vita, ho speranza in Dio', no: se tu non
dici: 'Ho speranza in Gesù, in Gesù Cristo, Persona viva, che adesso viene nell’Eucaristia,
che è presente nella sua Parola', quella non è speranza. E’ buon umore, ottimismo…”.
Dal
Vangelo, Papa Francesco prende poi il secondo spunto del giorno. L’episodio è quello
in cui Gesù guarisce di sabato la mano paralizzata di un uomo, suscitando la riprovazione
di scribi e farisei. Col suo miracolo, osserva il Papa, Gesù libera la mano dalla
malattia e dimostra “ai rigidi” che la loro “non è la strada della libertà”. “Libertà
e speranza vanno insieme: dove non c’è speranza non può esserci libertà”, afferma
Papa Francesco. Che soggiunge: “Gesù libera dalla malattia, dal rigore e dalla mano
paralizzata quest’uomo, rifà la vita di questi due, la fa di nuovo”:
“Gesù,
la speranza, rifà tutto. E’ un miracolo costante. Non solo ha fatto miracoli di guarigione,
tante cose: quelli erano soltanto segni, segnali di quello che sta facendo adesso,
nella Chiesa. Il miracolo di rifare tutto: quello che fa nella mia vita, nella tua
vita, nella nostra vita. Rifare. E questo che rifà Lui è proprio il motivo della nostra
speranza. E’ Cristo che rifà tutte le cose più meravigliosamente della Creazione,
è il motivo della nostra speranza. E questa speranza non delude, perché Lui è fedele.
Non può rinnegare se stesso. Questa è la virtù della speranza”.
E qui,
Papa Francesco rivolge uno sguardo in particolare ai sacerdoti. “È un po’ triste –
ammette quando uno trova un prete senza speranza”, mentre è bello trovarne uno che
arriva alla fine della vita “non con l’ottimismo ma con la speranza”. “Questo prete
– continua – è attaccato a Gesù Cristo, e il popolo di Dio ha bisogno che noi preti
diamo questo segno di speranza, viviamo questa speranza in Gesù che rifà tutto”:
“Il
Signore che è la speranza della gloria, che è il centro, che è la totalità, ci aiuti
in questa strada: dare speranza, avere passione per la speranza. E, come ho detto,
non sempre è ottimismo ma è quella che la Madonna, nel Suo cuore, ha avuto nel buio
più grande: la sera del Venerdì fino alla prima mattina della Domenica. Quella
speranza: Lei l’aveva. E quella speranza ha rifatto tutto. Che il Signore ci dia questa
grazia”.