2013-09-07 14:29:39

Siria. Suore trappiste: unite alla Veglia di Roma, follia risolvere guerra con guerra


La solidarietà di Papa Francesco è un sostegno concreto che ci incoraggia. Siamo contrarie a una soluzione armata. Così si esprimono le religiose italiane di un monastero trappista in Siria, in occasione della Veglia di pace voluta dal Papa. Fabio Colagrande ne ha parlato con una di loro, suor Marta:RealAudioMP3

R. – Sicuramente, con grande gioia come tutti qui, non solo cristiani ma anche non cristiani. C’è una grandissima attenzione. Ci siamo sentiti molto sostenuti e abbiamo sentito il Papa veramente molto vicino. Noi ci stiamo preparando e stiamo cercando di fare qualcosa con il villaggio. Naturalmente non lo faremo in contemporanea, perché la sera è pericoloso, ma avremo un momento di preghiera. Stiamo organizzando con i giovani del villaggio e ci uniremo a tutti quelli che in quel momento pregheranno.

D. – E ora che si parla di un possibile intervento militare da parte di forze occidentali per risolvere questa guerra, quali sono le vostre riflessioni?

R. – Beh, evidentemente siamo completamente contrarie. Sarebbe una pura follia pensare di risolvere una situazione che ormai è degenerata in violenza molto forte, con altra violenza. Diciamo che è una resa. Se s’interviene con le armi, è sicuramente una dimostrazione di incapacità e di impotenza di risolvere invece con il lavoro faticoso e paziente di dialogo, di comprensione, una situazione che è molto complessa. E, soprattutto, c’è una grande paura anche da parte della gente, perché non è solo la paura del missile che può arrivare, ma di una destabilizzazione ancora maggiore. In Siria ormai al Qaeda, le componenti salafite ed estremiste sono presenti, sono attive, sono forti. Quindi, per esempio, nella nostra zona potrebbe certo scoppiare un deposito di missili, potrebbe scoppiare una riserva di sostanze chimiche, ma nel momento in cui venisse dichiarato un attacco alla Siria, sicuramente le bande armate avrebbero via libera; e la gente ha paura soprattutto di questo.

D. – Com’è stata accolta questa iniziativa spirituale diplomatica del Papa e della Santa Sede per scongiurare un attacco alla Siria?

R. – Sicuramente, con grande favore. Tutti hanno aderito di cuore. Noi abbiamo operai non solo cristiani, ma anche musulmani – sia alawiti sia sunniti – e tutti hanno accolto davvero con grande gioia, con grande speranza questo gesto, proprio perché in Siria adesso la grossa divisione è tra chi desidera una convivenza, chi rifiuta la violenza e chi invece vuole perseguire una strada di terrore. E’ una grossa divisione. Questi due gruppi raccolgono persone da ogni parte: non si può parlare solo di sunniti, sciiti, alawiti e cristiani. No. C’è chi vuole una via di convivenza e di dialogo e chi non la vuole. E direi che la maggioranza la vuole. Le parole del Papa, quindi, e il gesto del Papa hanno aperto il cuore a tanti.

D. – Esiste la possibilità di trovare una soluzione del dialogo e del negoziato alla crisi siriana, secondo lei?

R. – Certo, la possibilità esiste. Sappiamo che l’ostacolo non è nel cuore della gente, l’ostacolo è nella volontà politica e negli interessi politici ed economici. Gli interessi politici ed economici non sono un assoluto. Se vogliamo dimenticarli e vogliamo davvero cercare il bene di una popolazione, certo che si può fare e si può fare da oggi, ma a prezzo di rinunciare a una volontà di potenza e di dominio.

D. – Come religiose cattoliche in Siria, quale appello lanciate nella giornata di preghiera e digiuno per la pace, voluta da Papa Francesco?

R. – Penso che la parola sia quella di cercare davvero di vivere tutto con la misericordia del cuore di Dio. Penso dobbiamo metterci davvero con umiltà e con semplicità davanti a Dio, con la fraternità anche di sapere che siamo tutti suoi figli e tutte sue creature. Questa è la cosa più grande che possiamo fare, per trovare poi come vivere insieme in fraternità.

D. – E se poteste dire qualcosa oggi a Papa Francesco, cosa direste?

R. – Beh, un grande grazie, e chiediamo anche la sua forza nella Chiesa, proprio per continuare, non solo oggi con questo intervento per la Siria, ma anche per un cammino che riguarda tante situazioni. Pensiamo davvero che sia un momento cruciale nella storia dell’uomo, in cui l’umanità deve ritrovare se stessa. Al Papa, quindi, chiediamo di continuare a sostenerci tutti, non solo i cristiani, ma anche i non cristiani, in questo cammino di verità e di ricerca del bene.







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