Rovigo: beatificata la mistica Maria Bolognesi, povera e serva dei poveri
Piazza XX settembre a Rovigo è stata teatro sabato mattina della solenne cerimonia
di Beatificazione di Maria Bolognesi, la mistica laica – spentasi nel 1980 – fu una
apostola della carità per tanti indigenti e testimoniò con autentico eroismo le virtù
cristiane. A presiedere l’elevazione agli altari della nuova Beata è stato il cardinale
Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Il servizio di
Alessandro De Carolis:
Povero, della
povertà più nera. È questo l’ambiente in cui nasce Maria Bolognesi nel 1924. Famiglia
di contadini ai limiti dell’indigenza, il cognome che la futura Beata porta è per
di più quello del patrigno e non del papà, poiché lei è figlia di una ragazza madre,
così la sua infanzia già misera è segnata costantemente dal marchio di essere una
figlia illegittima, alimentato dalle dicerie del suo piccolo paese, Bosaro, come ha
ricordato la stessa Bolognesi citata dal cardinale Angelo Amato:
"
Spesso i bambini non mi volevano a giocare con loro perché ero figlia di N.N.. Da
sola andavonell'orto della nonna per vedere se potevo prendere qualche farfallina.
Oh! Se Gesù avesse messo anche a me le alette, quando i bambini non mi vogliono con
loro, volerei via più in fretta”.
La campagna è il banco di scuola della
giovane Maria, che per 26 anni farà la bracciante agricola – e talvolta anche il muratore
– lavorando moltissimo e senza mai godere di agi. Inoltre, la madre si dimostra tutt’altro
che materna e così Maria deve essere affidata ad altre famiglie. Eppure, privazioni
che spezzerebbero la fibra umana più solida non sembrano scalfire la sua tenacia e
soprattutto il suo buon cuore. Racconta il cardinale Amato:
“I suoi molti
carismi mistici non le impedirono di spendersi nella carità verso il prossimo soprattutto
verso i bambini, per i quali si fece factotum, calzolaio, sarta, falegname e anche
questuante. Erano frequenti le sue visite ai malati e l'assistenza notturna ospedaliera.
Raccoglieva denaro e generi di prima necessità per le famiglie indigenti”.
I
“molti carismi mistici” di cui parla il cardinale Amato sono l’altro aspetto della
vita della nuova Beata. Prima di mostrasi alla ragazza ormai ventenne, Dio permette
che Maria Bolognesi viva una sua durissima battaglia contro una possessione demoniaca.
Per anni malanni fisici, anche molto gravi, la tormentano e lei stessa avverte una
repulsione ogniqualvolta si trova nei pressi di un edificio sacro. Ma ancora una volta,
la sua fede resta incrollabile e un segno miracoloso sancisce la fine della possessione.
E nonostante un fisico ormai minato, la carità di Maria Bolgonesi è una fiamma che
non si spegne. La sua ultima idea, rimasta incompiuta per il sopravvenire della morte,
il 30 gennaio 1980, è di aprire una casa per convalescenti. Ma qualunque forma di
povertà, lei che ben la conosceva, suscita attenzione e amore:
“Fu vicina
agli orfani, ai quali trovò buone sistemazioni presso famiglie generose o presso istituti.
La sua carità si estendeva dal corpo allo spirito, diventando saggia consigliera per
chi era nel dubbio, nell'ignoranza, nella tristezza. Aiutava tutti con la preghiera
incessante e con la sofferenza. È questo il messaggio che ella ci lascia oggi”.