2013-09-07 15:52:30

In Vaticano, giornata di riflessione per un'industria mineraria più vicina all'uomo


Si sono riuniti sabato scorso in Vaticano, a Palazzo San Callisto, 25 dirigenti delle compagnie minerarie più importanti nel mondo. L’incontro tenuto in occasione della Giornata di riflessione per l’industria mineraria, è stato promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Obiettivo dei partecipanti è promuovere una maggiore collaborazione e vicinanza tra le compagnie minerarie e i territori che le ospitano. Marina Tomarro ha intervistato Tebaldo Vinciguerra, ufficiale responsabile delle questioni ambientali per il pontificio consiglio.RealAudioMP3

R. – L’industria mineraria è chiamata nei prossimi anni a rafforzarsi sicuramente, a sviluppare numerose attività di estrazione di risorse, notoriamente in Africa. Ma oggi, nonostante alcune buone pratiche avanzate da alcuni gruppi minerari, che sono particolarmente avanti, rimane un’industria con molte sfide. Sono numerose le violenze, gli scioperi, gli atti di disperazione in Sud America, in Africa ed anche in altre parti del mondo. C’è veramente, comunque, la volontà di riflettere su cosa dobbiamo fare per cambiare l’industria mineraria e fra le principali domande che emergono c’è quella di come relazionarci al meglio con le comunità locali.

D. – Le miniere sono fonte di grandi ricchezze per le multinazionali, perché poi, alla fine, resta così poco nelle tasche dei lavoratori?

R. – Il perché resti così poco è una domanda frequente. Molto spesso la disconnessione fra miniera, governo ai vari livelli – dal nazionale al locale – e comunità locale è evidenziata. Una grande parte di quello che una compagnia mineraria lascia come soldi va direttamente al governo, in tasse, e spesso la miniera, i responsabili della miniera non hanno poi una gestione di questi soldi. Chiaramente, dunque, c’è una responsabilità dei governi su come ricevere queste entrate e come riuscire ad adoperarle al meglio per le popolazioni locali, per le comunità locali. D’altra parte, il livello di vita garantito ai minatori, alle comunità è anche certamente una fonte di riflessione, di preoccupazione. L’importante è passare da un’ottica in cui la ricchezza generata dalle miniere sia condivisa fra tutti gli attori coinvolti.

D. – Cosa può fare la Chiesa di concreto, per aiutare la situazione dei minatori nei Paesi più poveri?

R. – L’aiuto concreto è sicuramente, innanzitutto, un aiuto all’umanità: aiuto nel senso di formazione, di educazione, di come riuscire a negoziare, come inserirsi in una logica di preparazione di un contratto, come farsi rappresentare. Sono tutta una serie di attività che richiedono formazione, professionisti speciali che la Chiesa, a livello locale, offre alle comunità di minatori. La Chiesa ha anche un lavoro dal punto di vista tecnico-economico e tecnico-ambientale molto importante. Sono numerosi i documenti di Conferenze episcopali che hanno lavorato su queste questioni. Le attività di Caritas a livello locale contribuiscono anche ad una migliore comprensione delle esigenze delle comunità da parte dei rappresentanti delle miniere.

Ultimo aggiornamento: 9 settembre







All the contents on this site are copyrighted ©.