2013-09-07 15:35:18

Festival di Venezia: premi cattolici al film "Philomena"


Al festival del Cinema di Venezia assegnati anche i premi di area cattolica: "Philomena" di Stephen Frears è il titolo sul quale hanno concordato tutte le diverse Giurie: un segnale di maturità critica, di apertura, che riconosce le qualità artistiche e narrative di un film valutando con discrezione e obiettività i fatti storici e considerando il percorso umano e cristiano della protagonista. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

"Philomena": un film dalla dimensione religiosa e cristiana. Stephen Frears - e sicuramente il regista anglosassone, insieme alla straordinaria Judi Dench che interpreta il personaggio principale, che avrà accolto la notizia con una punta di soddisfazione inaspettata - ha ricevuto il Premio Signis dell’Associazione cattolica mondiale per la comunicazione, con una motivazione pienamente cristiana, come conferma il presidente della Giuria, il messicano Luis García Orso:

“Hemos encontrado grandes valores humanos y cristianos en este film…
Abbiamo trovato grandi valori umani e cristiani in questo film, ‘Philomena’ di Stephen Frear, della Gran Bretagna. Si tratta soprattutto di una donna che va oltre tutte le difficoltà, oltre tutti gli ostacoli per superarli con grande speranza ed una grande fede. Questa fede la porta ad incontrare il perdono e la riconciliazione. Lei offre sempre alla fine il perdono, perché la sua interiorità ed il suo cuore sono pieni di fede cristiana, come ci ha insegnato Gesù nel Vangelo”.

Concorda sui valori cristiani del film anche il Premio "Padre Nazareno Taddei", in memoria del gesuita studioso di cinema, la cui Giuria, presieduta da Piera Detassis, sottolinea come esso sia capace “di esaltare la forza di un amore materno e filiale che supera tutti gli ostacoli e tutte le difficoltà, persino la morte, esaltando dei valori - amore e perdono - che sono universali”. Sempre al film di Frears è riconosciuta anche la capacità di promozione del dialogo e per questo riceve il "Premio per la Promozione del Dialogo Interreligioso" assegnato dalla Giuria Internazionale di Interfilm, i cui membri sono rappresentanti delle Chiese evangeliche.

Il Premio “Civitas Vitae”, che cerca nei film la loro capacità di veicolare un’immagine al di fuori degli schemi di una persona longeva, non poteva che essere assegnato al bellissimo “Still Life” di Uberto Pasolini. La scrittrice e presidente di Giuria, Antonia Arslan, mette in luce le motivazioni di questa scelta:

“Glielo abbiamo dato volentieri, perché è un film che affronta questo grande problema della vita, della morte e della memoria. Questa necessità di avere anche un certo decoro, un certo accompagnamento verso la morte. La storia di questi poveri che rimangono praticamente soli, sia nella vita che poi nella morte, è affrontata però – e questo tengo molto a dirlo – con uno spirito inglese: con un certo pizzico di ironia, senza quella acrimonia che spesso si ha in certi film anche italiani. C’è una denuncia, ma è una denuncia che penetra nel profondo, proprio perché arriva attraverso la dimensione del racconto, del raccontare una storia e di una certa ironia affettuosa”.







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