2013-09-06 16:13:42

Sri Lanka. Polizia interroga sacerdote sul suo incontro con commissario Onu


Nello Sri Lanka è in atto una sistematica repressione della libertà di parola e d’espressione: ne sono convinti gli attivisti presenti nel Paese che denunciano quanto accaduto nei giorni scorsi a un sacerdote gesuita. Una notte, cinque o sei agenti in borghese si sono presentati a casa di padre Veerasan Yongeswaran e lo hanno interrogato fino all’alba sul contenuto del colloquio avuto con l’Alto Commissariato dell’Onu per i Diritti umani, Navy Pillay, durante la sua ultima visita nel Paese. Il gesuita in Sri Lanka dirige un centro che si occupa della promozione e della protezione dei diritti umani e in particolare dell’assistenza alle vittime di violenza politica e alle loro famiglie: in virtù del suo impegno aveva incontrato il commissario, che al termine del viaggio in Sri Lanka aveva dichiarato che il Paese sta pericolosamente avviandosi verso l’autoritarismo. “Mettere a tacere gli attivisti dei diritti umani che sono critici verso il governo è diventata prassi – è la testimonianza di un altro sacerdote, padre Nandana Mantunga, direttore dell’Ufficio per i Diritti umani di Kandy, raccolta da AsiaNews – il diritto alla libertà d’espressione e di comunicare con un funzionario Onu, per lo più invitato dallo stesso governo, dovrebbe essere rispettato sempre”. (R.B.)







All the contents on this site are copyrighted ©.