2013-09-06 12:53:59

Gli imprenditori cattolici: serve stabilità per la ripresa, meno tasse e più credito


Gli imprenditori guardano con preoccupazione a una crisi di governo. E’ quanto è emerso al Forum economico Ambrosetti conclusosi ieri a Cernobbio. Secondo le aziende, c’è bisogno di rafforzare gli investimenti e di tagliare il carico fiscale. Alessandro Guarasci ha sentito Manlio D’Agostino, vicepresidente dell’Ucid, l'Unione cristiana imprenditori e dirigenti:RealAudioMP3

R. – Nessun imprenditore, sia italiano che straniero, pensa di poter investire e reinvestire in Italia se non ha un minimo di certezza a lungo termine e anche in termini di consumi, perché è chiaro che questa incertezza porta anche al non consumare. Di conseguenza, i consumi abbassandosi, rallentano la produttività interna.

D. – Voi imprenditori vi aspettate un taglio del cuneo fiscale già nei prossimi mesi e soprattutto a qual condizioni? Visto che le risorse sono davvero scarse...

R. – Bisogna tagliare, ma bisogna tagliare non solo pensando a quella che è la tassazione diretta, quindi Ires, Irap e similari. Bisogna anche pensare che, parallelamente, abbiamo un sistema contributivo molto pesante. In generale – e su questo punterei molto l’attenzione – noi non paghiamo il 40 o il 60%, noi purtroppo andiamo a pagare anche l’80 o il 90%, togliendo delle risorse che, ripeto, nelle imprese familiari, molto spesso, sono per la sopravvivenza.

D. – Il governo deve fare di più anche per garantire un facile accesso al credito?

R. – Dovremmo forse cominciare a pensare a nuovi strumenti per accelerare il credito. In effetti, in Italia i depositi ci sono, ma non sono impiegati. Quei risparmi non sono investiti in favore delle imprese. Mi permetto solo di richiamare quella che era la logica fondante della borse valori: raccogliere risorse per metterle a disposizione delle imprese.

Ultimo aggiornamento: 9 settembre







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