G20, nessuna intesa sulla Siria. Ambasciata Usa evacua personale a Beirut
Al G20 di San Pietroburgo non sarà firmato alcun documento sulla Siria: lo ha reso
noto il Cremlino, precisando che oggi, seconda e ultima giornata del vertice, i lavori
proseguiranno secondo l’agenda fissata. Sullo sfondo le questioni economiche: i leader
sarebbero d’accordo nell’affermare che la crisi non sia ancora definitivamente superata.
Intanto, l'ambasciata americana a Beirut ha evacuato il suo personale. Il servizio
di Roberta Barbi:
La cena
di ieri sera dei 20 capi di Stato è finita tardissimo per parlare della guerra in
Siria, ma, com’era prevedibile, senza trovare un’intesa. Oggi a tenere banco sono
soprattutto gli incontri bilaterali del presidente Usa Obama che ieri era tornato
a ribadire con forza la propria convinzione che il regime di Assad abbia effettuato
un attacco con armi chimiche in cui sono morte quasi 1500 persone. Dal canto suo la
Russia ha messo in guardia gli Stati Uniti dal “pericolo” d’inserire tra gli obiettivi
di un eventuale intervento militare in Siria i siti che custodiscono l’arsenale chimico
di Damasco. In mattinata Obama ha incontrato il presidente cinese Xi Jin Ping, dichiarando
che “passi avanti sono stati fatti nelle relazioni tra i due Paesi”, pur rimanendo
divergenze significative: una proprio sull’intervento in Siria, di cui la Cina, assieme
alla Russia, è il principale oppositore. Nel pomeriggio, invece, Obama incontra il
suo omologo francese Hollande, il più vicino alle posizioni interventiste. Atteso
anche un bilaterale tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e l’inviato Onu in Siria
Brahimi. Ha parlato di Siria anche il segretario generale dell’Onu Ban-ki moon, contro
un intervento militare “avventato che potrebbe dar luogo a ulteriori violenze di natura
settaria”. E da Damasco, intanto, è giunto l’invito del Parlamento siriano al Congresso
Usa a votare contro l’intervento militare. Ma cosa potrebbe succedere in caso di attacco
militare in Siria? Ascoltiamo padre Nader Jibeil, direttore della Radio cattolica
libanese “Voce del Cielo”, al microfono di Rafael Belincanta:
R. - Un
disastro! Abbiamo già visto quello che è successo in Iraq e come questo Paese non
sia ancora riuscito a rialzarsi; abbiamo visto quanto è accaduto in Libia. Noi abbiamo
bisogno dell’aiuto internazionale. Perché dobbiamo usare le bombe? Con quale scusa?
Dobbiamo uscire da questa falsità e dire le cose con il loro nome! “Basta con la guerra!”:
ha detto il Papa. Fermiamo questa guerra! Preghiamo per la pace nel mondo! Promuoviamo
il dialogo. Non ce la facciamo più!