2013-09-05 15:52:11

Sahel: 11 milioni di persone colpite dalla fame


Sono 11 milioni le persone colpite da una grave insicurezza alimentare nella regione del Sahel, in Africa, secondo la Fao. Le riserve di cibo sono terminate e i prezzi dei cereali continuano a salire. Una situazione preoccupante anche nelle regioni settentrionali del Mali e del Nord della Nigeria. A rischio di malnutrizione acuta 1,3 milioni di bambini con meno di cinque anni. Sui 113 milioni di dollari già chiesti dall’Onu per sostenere le popolazioni del Sahel, finora la Fao ha ottenuto solo il 17% dei fondi. Sulla situazione Federica Baioni ha intervistato Raffaello Zordàn, giornalista della rivista comboniana Nigrizia:RealAudioMP3

R. - Forse l’opinione pubblica è un po’ abituata a sentire in maniera ricorrente “emergenza di qua, emergenza di là”, in particolare per quanto riguarda l’Africa. Però dobbiamo anche ricordarci cosa è successo in Sahel in questi mesi e soprattutto dobbiamo ricordarci che le emergenze nascono da qualcosa che avviene giorno dopo giorno. Tanto per fare l’esempio di un Paese centrale del Sahel, quello del Mali: in Mali c’è stata una guerra e la situazione è ancora instabile, anche se è stato eletto un presidente, Ibrahim Boubacar Keita, che si dà il compito di stabilizzare una nazione che stabile non è mai stata! Benissimo dare contributi, benissimo far fronte alle emergenze, ma bisognerebbe anche ricordarsi le ragioni per cui si interviene in un posto piuttosto che in un altro e poi ci si preoccupi della crisi alimentare.

D. - Una situazione che si ripete quella del Sahel, tant’è che ad aprile 2012 addirittura si parlava di 20 milioni di persone che, sempre nella stessa area, soffrivano e soffrono ancora di una situazione alimentare grave...

R. - Le carestie sono ricorrenti: ce n’è stata una molto forte nel 2005, una nel 2010… Stiamo parlando di un Paese che ha una crisi strutturale di produzione agricola: non riescono ad essere autosufficienti dal punto di vista alimentare; ma è anche un posto dove il sistema agropastorale - che è quello che ha sempre nutrito il Paese - non funziona più, perché i contadini sono indotti a vendere le terre ai grandi commercianti o ai funzionari facoltosi e il gioco si ferma lì… Insomma, non c’è una preoccupazione da parte di chi governa questo Paese relativa alla sicurezza alimentare. E stiamo parlando di un Paese che negli ultimi decenni, ha avuto parecchi colpi di Stato e l’ultimo presidente eletto Mahamadou Issoufou - eletto nel 2011 - è il presidente della settima Repubblica del Niger. Quindi stiamo parlando sempre di situazioni traballanti dal punto di vista della stabilità e - ahimè! - anche naturalmente della sovranità popolare su queste realtà: sono delle nazioni ancora in via di costituzione.

D. - Un’ultima battuta: sui 113 milioni di aiuti già chiesti dall’Onu per sostenere le popolazioni vulnerabili del Sahel, finora la Fao ha ottenuto solo il 17 per cento dei fondi necessari. Quali, secondo lei, le necessità più importanti di questo pezzo d’Africa?

R. - Nel momento in cui la Fao lancia degli allarmi e la Comunità internazionale dice “aspettiamo un attimo, perché dobbiamo preparare altri briefing in altre parti del mondo”, è chiaro che chi sta male interessa poco! Però noi, come redazione, tendiamo anche sempre a ragionare sul contesto locale. Nel contesto locale, ad esempio ci riferiamo al Ciad, che è un Paese che ha una discreta dote di petrolio, che sta sfruttando da parecchi anni, è singolare che il presidente che ha partecipato insieme alla Francia alla guerra in Mali, non trovi le risorse per sfamare la sua gente nel sud del Paese.







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