2013-09-05 14:59:59

Pellegrinaggio a Roma dell’Ordine del Santo Sepolcro. La Consulta lavora alla revisione dello Statuto


Presentato in Sala Stampa vaticana il pellegrinaggio dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che si terrà a Roma dal 13 al 15 settembre nel contesto dell'Anno della Fede. L’evento è preceduto dalla riunione della Consulta che, composta dai rappresentanti delle 62 luogotenenze dell’Ordine, dal 10 al 12 settembre è chiamata discutere la revisione del vigente Statuto. La nuova stesura sarà poi sottoposta all’approvazione del Papa, è stato spiegato in conferenza stampa. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

Promuovere l’incremento della pratica della vita cristiana nei suoi membri e “fornire un aiuto morale e materiale alla Chiesa che è in Terra Santa”: sono i due scopi fondamentali dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, ricordati in conferenza stampa dal cardinale Edwin Frederick O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine, i cui membri sono circa 30mila. L’attenzione è dunque rivolta in particolare ai bisogni del Patriarcato latino di Gerusalemme, ma l’Ordine non opera a beneficio solo della Terra Santa in senso stretto, ma anche di Libano e Egitto. L’impegno dell’Ordine per la Terra Santa tra il 2002 e il 2012 è consistito in oltre 98 milioni di dollari per la costruzione o ristrutturazione di chiese, scuole ed ospedali. E ancora, per aiutare i cristiani a non abbandonare la loro terra d’origine, ha promosso iniziative come concessioni di microcrediti alle piccole imprese familiari. L’Ordine ha una storia antica: la sua nascita si fa risalire all’XI secolo anche se non si ha prova certa dell’esistenza dei cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme anteriormente alla prima metà del XIV secolo.

A spiegare in cosa consista la revisione del vigente Statuto, che è quello promulgato da Paolo VI nel 1977, il prof. Agostino Borromeo, governatore generale dell’Ordine. L’attuale testo, nota, non sembra più consono all’ecclesiologia sviluppatasi dopo il Concilio Vaticano II e per certi aspetti alla sensibilità dei nostri tempi. La bozza del nuovo testo punta infatti a sviluppare in modo più organico l’impegno spirituale dei membri, a radicare più profondamente l’azione delle articolazioni periferiche nella vita delle Chiese locali e ad estendere l’azione caritativa dell’Ordine ad un’area geografica del Medio Oriente più ampia:

“Cavalieri e Dame sono inoltre invitati, sia individualmente sia collettivamente, quale struttura locale nell’ambito dell’Ordine, a mettersi a servizio delle rispettive Chiese particolari, con piena corresponsabilità nella vita e nell’attività pastorale di queste ultime. I membri sono incoraggiati ad offrire la propria collaborazione alle parrocchie, alle diocesi e alle Conferenze episcopali regionali e nazionali, anche mettendo a disposizione delle autorità ecclesiastiche locali una parte delle offerte finanziarie, raccolte nel promuovere iniziative a favore della Terra Santa. Si tratta di una proposta radicalmente innovativa. Infatti, pur rimanendo lo scopo prioritario dell’Istituzione, il sostegno della presenza cattolica in Terra Santa, l’Ordine non può ignorare che in certi Paesi, in cui i suoi membri sono attivi, vi sono persone che vivono situazioni di disagio, anche più drammatiche di quelle subite dalle popolazioni cristiane del Medio Oriente”.

I lavori della Consulta saranno dunque dedicati alla revisione del vigente Statuto. La nuova stesura sarà poi sottoposta dal cardinale Gran Maestro all’approvazione del Papa. E ancora il prof. Borromeo si sofferma su quello che potrebbe delinearsi in futuro:

“Senza allentare i tradizionali vincoli che legano l’Ordine al Patriarcato latino di Gerusalemme, esistono pertanto i mezzi per avviare un’azione caritativa a più vasto raggio. Sotto il profilo geografico, l’Istituzione potrebbe far beneficiare del proprio sostegno istituzioni cattoliche esistenti in Iraq, Siria e Turchia ove l’Ordine per ora non ha il mandato pontificio di intervenire. Se l’attuale mandato venisse ampliato nel senso auspicato, la giurisdizione, per così dire, della nostra istituzione, verrebbe di fatto ad estendersi a tutte quelle regioni in cui nacque e dalle quali si propagò la Chiesa primitiva. Solo sotto il profilo dei soggetti beneficiari occorre anche essere più sensibili alle esigenze delle Chiese cattoliche, appartenenti ai vari riti orientali, le cosiddette Chiese sui iuris, come la Chiesa greco-melkita o la Chiesa maronita, presente soprattutto in Libano”.

Il pellegrinaggio prevede il 13 settembre in Aula Paolo VI l’incontro del Papa con 3mila partecipanti e la catechesi di mons. Rino Fischella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Una catechesi che, come ha ricordato lo stesso mons. Fisichella stamani, spiegherà come la fede provochi un impegno concreto per una società migliore. Il presule descrive il compito dell’Ordine come “un impegno diretto per la concreta costruzione della pace soprattutto in quelle terre e tra i molti innocenti e poveri che soprattutto in questi giorni stanno vivendo tensioni e timori straordinari per la violenza che incombe su di loro e sul mondo intero”.







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