Papa Francesco incoraggia il movimento 'No-slot': "Continuate la vostra opera educativa"
"L'idea di scrivere
a Papa Francesco era nata ascoltando il suo reiterato invito, rivolto soprattutto
ai giovani, a 'non perdere la speranza'. E' un invito al quale ci siamo anche noi
aggrappati, quando ci sentivamo più soli, come movimento 'No-slot', perché occupandoci
da tanto tempo del gioco d'azzardo patologico, ci occupiamo in fondo proprio di un
ladrocinio di speranza, quotidiano e pernicioso". Così, Riccardo Bonacina,
presidente e direttore del settimanale del no profit italiano 'Vita', racconta
com'è nata la partecipazione di una rappresentanza del movimento 'No-slot',
contro il gioco d'azzardo, all'udienza generale del Papa, mercoledì 4 settembre. "Dopo
la nostra lettera, abbiamo ricevuto dalla Segreteria di Stato vaticana una risposta
in cui il Papa ci 'incoraggia a proseguire nell'importante opera educativa, specialmente
in favore dei giovani' e si afferma che Francesco 'ha fatto e farà ancora riferimento
al problema evocato'. Siamo stati poi ammessi a partecipare all'udienza - spiega il
direttore di Vita Bonacina - e abbiamo potuto regalare al Pontefice un numero unico
della nostra rivista che raccoglie 15 mesi di lavoro giornalistico sul gioco d'azzardo
di massa". "Nel milanese ci sono aree dove il 19% per cento dei ragazzi di 12
-13 anni, giocano alle slot-machine. E nel 10% delle famiglie c'è un giocatore d'azzardo"
spiega lo psicologo Simone Feder dell'osservatorio sulla 'ludopatia' del movimento
'No-slot'. "E' un allarme sociale che sempre più spesso porta sul lastrico
le famiglie meno abbienti e che va costantemente monitorato anche perché crea disastri
affettivi incalcolabili. I figli dei giocatori, in particolare, lasciano testimonianze
che fanno venire la pelle d'oca, di fronte alle quali non si può stare senza far niente".
"Anche il Governo e la politica debbono compiere un cambio di prospettiva", spiega
Lorenzo Basso, deputato che coordina l'intergruppo parlamentare contro l'azzardo.
"Va culturalmente cambiato l'approccio dello Stato che da vero e proprio 'biscazziere'
deve trasformarsi in uno Stato che non proibisce ma disincentiva il gioco d'azzardo,
lo condanna socialmente e crea un meccanismo che lo faccia tornare ad essere un gioco
vero, senza azzardo". "La proposta di legge che sosteniamo vuole dare ai sindaci il
potere autorizzativo per l'apertura delle sale slot e stabilire il divieto di pubblicità
per far sì che lo Stato si affianchi all'associazionsomo e scoraggi l'azzardo e non
lo incentivi per avere delle risorse con la tassazione". (A cura di Fabio Colagrande)