2013-09-05 10:44:57

Il nunzio in Giordania: preoccupazione per un intervento militare in Siria, ma la preghiera fa miracoli


Un nuovo appello a evitare un intervento armato in Siria è giunto da Amman, dove i capi delle Chiese mediorientali hanno partecipato a un incontro promosso dal Re di Giordania, per riflettere sulle sfide dei cristiani in questa tormentata regione. Era presente anche mons. Giorgio Lingua, nunzio apostolico in Giordania e in Iraq che nel suo intervento ha parlato delle ingerenze di quei Paesi che con il pretesto di portare aiuti o esportare la democrazia nascondono i loro interessi che non sono sempre nobili. Tracey McLure lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - I leader cristiani di questa zona sono stati molto grati al re di Giordania per aver preso l’iniziativa di convocarli e sentire la loro voce, le loro preoccupazioni, le loro domande. Per me è stato interessante vedere la grande unanimità nel ritenere che la sicurezza sia la prima necessità di questa regione e di come l’afflusso così ampio di armi non possa essere una garanzia di pace per il futuro. Quindi, molti anche hanno chiesto di fermare l’afflusso delle armi e si sono mostrati preoccupati per un intervento militare in Siria. Hanno quindi accolto con molto favore e molto piacere la proposta di Papa Francesco di convocare per il 7 settembre una giornata di digiuno e preghiera per la pace.

D. – Cosa si può fare ora?

R. – Si può soltanto pregare, perché tante volte le sorti dell’umanità non sono nelle mani dei fedeli, ma la potenza della preghiera può senz’altro fare miracoli.







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