2013-09-05 13:48:04

G20. Il Papa scrive a Putin: inutile massacro in Siria, soluzione pacifica attraverso il dialogo


Ci sono stati “troppi interessi di parte” nel conflitto siriano, che hanno impedito di "trovare una soluzione che evitasse l’inutile massacro a cui stiamo assistendo”. Lo scrive il Papa in una lettera al presidente russo Vladimir Putin in occasione del G20 di San Pietroburgo. Il Santo Padre chiede quindi ai grandi del mondo di non rimanere “inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana”. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

La crisi siriana va risolta attraverso la trattativa. Papa Francesco lo ha detto più volte e in diverse occasioni in questi giorni e oggi lo ha ripetuto in una lettera al presidente russo Putin, in occasione della riunione dei venti Paesi più industrializzati a San Pietroburgo. Il Santo Padre usa la parola “massacro” per definire la guerra in Siria. E si appella appunto a quegli Stati che rappresentano il 90% del Pil mondiale. “I leader degli Stati del G20 non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace” sottolinea il Pontefice, che ai grandi del mondo rivolge “un sentito appello perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare”. Ne consegue che serve “perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale”. I governi poi si adoperino per favorire l’adeguata assistenza umanitaria. Dunque Papa Francesco chiede che la crisi in Siria entri nell’agenda della riunione di San Pietroburgo, dedicata principalmente ai temi finanziari. E questo perché “senza pace non c’è alcun tipo di sviluppo economico. La violenza non porta mai alla pace condizione necessaria per tale sviluppo”. In sostanza il Papa afferma che “l’economia mondiale potrà svilupparsi realmente nella misura in cui sarà in grado di consentire una vita degna a tutti gli esseri umani, dai più anziani ai bambini ancora nel grembo materno”.







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