2013-09-04 14:44:58

Veglia per la pace. Enzo Bianchi: iniziativa profetica e coraggiosa


Con lo sguardo alla Giornata di preghiera e digiuno, annunciata da Papa Francesco per il 7 settembre, è iniziato al Monastero di Bose il XXI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, organizzato in collaborazione con le Chiese ortodosse, quest’anno dal tema “Le età della vita spirituale”. All’appuntamento, che terminerà proprio sabato 7, saranno presenti metropoliti, vescovi e monaci appartenenti alle Chiese ortodosse, alla Riforma e alla Chiesa cattolica, nonché studiosi da tutto il mondo. Tutti in comunione con Piazza San Pietro. Francesca Sabatinelli ha intervistato il priore di Bose, Enzo Bianchi:RealAudioMP3

R. – E’ davvero un’iniziativa profetica del Papa. Sta raccogliendo significativamente un riconoscimento e un grazie da parte di tutti gli uomini appartenenti a tutte le religioni e anche da quelli che non credono, ma che seguono la loro coscienza in modo da perseguire una umanizzazione. Il Papa ha chiamato tutti a raccolta contro la guerra. Il magistero del Papa si fa vedere in tutta la sua forza, come servo dell’umanità, ricordando all’umanità qual è il cammino della vita, della felicità possibile per noi uomini: il cammino dell’amore. Un gesto coraggioso quello del Papa, un gesto – secondo me – straordinario. Un segno che si vedrà nella sua origine cristiana, di fede, perché Cristo è davvero la pace tra tutti gli uomini e il Papa con questa iniziativa l’annuncia, senza per questo chiedere agli altri di rinunciare alla loro strada, alla loro ricerca, ma in uno sforzo comune per una vera e propria umanità che sappia riconoscere nella pace, nel dialogo, nella fraternità, il suo cammino di vita.

D. – Il tema scelto per l’incontro di Bose dimostra la necessità della vita spirituale in un oggi segnato anche da gravi conflitti, come quello siriano. Dunque, qual è la forza della preghiera?

R. – La preghiera ha una forza che potremmo dire “politica”. Per noi cristiani, la preghiera è addirittura una componente della storia, così nella visione dell’Apocalisse. La preghiera della Chiesa, la preghiera dei Santi, è quella che determina gli eventi della storia e che, in qualche misura, li indirizza verso quel momento finale della trasfigurazione di tutte le cose. Per noi cristiani, la preghiera non è semplicemente un esercizio religioso: è fare un passo con Dio nelle situazioni di conflitto, di discordia, di divisione. Non a caso, il grande nome che ha la preghiera cristiana è "intercessione": intercedo, faccio un passo, mi metto là dove c’è il male, dove c’è la sofferenza, e faccio salire il mio grido a Dio. Questa certamente è una invocazione a Dio, ma è anche una chiamata alla responsabilità di tutti quelli che sono impegnati nel conflitto, nella divisione, nella vicenda del male e della sofferenza.

D. – Come si unirà, il 7 settembre, la Comunità di Bose a Papa Francesco?

R. – Si unirà anzitutto con la giornata di digiuno, assolutamente. Poi, nella Liturgia delle Ore abbiamo pensato di fare la Liturgia dei Vespri della pace, quindi una grande invocazione. E poi, alla sera, ci sarà la veglia di preghiera in cui cattolici, ortodossi e protestanti – com’è la nostra Comunità – tutti insieme con gli ospiti presenti ci uniremo alla Veglia di Piazza San Pietro in un’ardente intercessione per la pace e per l’umanità. Ci saranno ancora tanti partecipanti ortodossi al Convegno, monaci e vescovi e alcuni vescovi protestanti: anche loro hanno già dato l’adesione e tutti insieme ci uniremo con Piazza San Pietro e con il Papa.

D. – Torniamo all’incontro che state vivendo a Bose e al suo titolo, “L’età della vita spirituale”: a dimostrazione che ogni umano passaggio ha la sua spiritualità?

R. – La vita spirituale cristiana è certamente quella che ci è consegnata dal Vangelo e dalla grande tradizione cristiana. Ma è anche vero che per ogni età della vita dell’uomo, la spiritualità prende dei tratti propri. Altra è la spiritualità nella giovinezza, con altri accenti viviamo la maturità e, poi, pensiamo alla spiritualità della vecchiaia, in cui c’è soprattutto presente la sapienza, l’esperienza, il dovere di essere testimone verso le nuove generazioni, il dovere di passare un’eredità spirituale, che è quella della fede, ma anche quella di tutta un’esperienza che si è fatta come vita nello spirito. Noi vogliamo riportare il cristiano al tempo, in un momento in cui sembra che non ci sia più il passato, che non c’è il futuro, che si rimuove la morte, che si rimuove la vecchiaia, che si vive l’attimo fuggente, che si vive la dittatura delle emozioni… Ecco, occorre far vedere che ogni età è un oggi di Dio che ci è offerto, in cui dobbiamo vivere il Vangelo.







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