Il preposito dei Gesuiti padre Nicolás: un intervento militare in Siria sarebbe un
abuso di potere
Un intervento militare contro la Siria sarebbe un “abuso di potere” e “sicuramente
accrescerà le sofferenze di cittadini innocenti che hanno già sofferto oltre ogni
misura”. A tre giorni dalla Giornata di preghiera e di digiuno per la Siria, il preposito
generale dei Gesuiti, padre Adolfo Nicolás, esprime la piena adesione della Compagnia
di Gesù all’appello di Papa Francesco e forti critiche all’ipotesi di un attacco militare
contro la Siria. “La violenza o le azioni violente, come quella che si sta preparando,
sono giustificabili unicamente come estremo tentativo e devono essere usate in modo
da colpire solo il colpevole. Nel caso di un Paese ciò è chiaramente impossibile e
quindi mi sembra completamente inaccettabile”, dichiara il religioso in un’intervista
pubblicata oggi in italiano dal Servizio Informazione dei Gesuiti e in inglese dall’agenzia
cattolica ICN. Tre sono, secondo padre Nicolás, gli argomenti chiave contro l’intervento:
uno è appunto che si tratta di un abuso di potere da parte di una potenza; il secondo
è la mancanza di prove inconfutabili sui responsabili dell’impiego di armi chimiche
contro la popolazione civile siriana: non basta la dichiarazione di un governo a certificarla.
La terza obiezione riguarda i cosiddetti “danni collaterali”, la perdita di vite umane
innocenti che inevitabilmente l’attacco produrrà, come dimostrano le guerre di questi
ultimi anni: “E' molto preoccupante che in nome della giustizia si pianifichi un attacco
che aumenterà la sofferenza delle vittime. Non abbiamo paura dell'attacco, ci spaventa
la barbarie verso cui siamo condotti”, dice padre Nicolás. L’iniziativa del Santo
Padre, sottolinea in conclusione il preposito dei Gesuiti, serve a “renderci consapevoli
dell'urgenza del momento”: essa ci ricorda, come dice Gesù nel Vangelo, che il male
può essere esorcizzato se con la preghiera e la penitenza, non con la violenza (L.Z.)