Reddito d'inclusione nella Legge di Stabilità. Becchetti: lotta a disoccupazione sia
priorità
Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini punta sulla Legge di Stabilità per creare
anche in Italia il reddito d’inclusione. Operazione non semplice visti i vincoli di
bilancio. Il servizio di Alessandro Guarasci:
"La questione
del lavoro e della lotta alla povertà sarà al centro della Legge di Stabilità”. E’
da prima dell’estate che il ministro Enrico Giovannini lo ripete. In Italia il 6,8%
della popolazione è povera in termini assoluta e il Paese è l’unico assieme a Bulgaria
e Grecia a non avere un reddito d’inclusione sociale. La cifra non è da sottovalutare,
si calcola infatti che ci sarebbe bisogno di almeno sei miliardi di Euro. E se mettiamo
assieme abolizione dell’Imu, Iva al 21%, e rifinanziamento della cassa integrazione,
non sarà facile trovare le risorse. L’economista Leonardo Becchetti:
"Ritengo
da tempo che la fissazione del 3% del fiscal compact non abbia
un suo senso ragionevole. Confrontiamolo con la situazione degli Stati Uniti: gli
Usa, l’anno scorso avevano un rapporto deficit-Pil del 7%, ma hanno puntato all’occupazione
e alla ripresa del Paese; quest’anno sono al 4%, l’anno prossimo scenderanno al 3%,
ma sono partiti da dove si doveva partire, cioè dalla lotta alla disoccupazione, dagli
stimoli alla ripresa senza preoccuparsi inizialmente del rapporto deficit-Pil che,
adesso, sta convergendo. Io sono assolutamente contrario invece all’approccio adottato
dall’Unione Europea.
Passaggio fondamentale è la riqualificazione professionale
di chi riceve il sussidio. Per questo il ministro Giovannini chiede anche di ridisegnare
i centri per l’impiego.