2013-09-02 14:49:38

Nuovo Beato in Sicilia: Antonio Franco, ministro di Dio e uomo di giustizia. Il card. Amato: ci insegna ad aprirci con generosità


Grande attesa a Messina per la Beatificazione, oggi pomeriggio, di mons. Antonio Franco, prelato e abate di S. Lucia del Mela, vissuto tra ‘500 e ‘600, “esemplare testimone del Vangelo”, come ha ricordato ieri il Papa all’Angelus. La cerimonia, nella basilica cattedrale alle ore 18, sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

E’ vissuto quattro secoli fa ma la sua fama di santità e di miracoli si è tramandata e vivificata fino ai nostri giorni. Preghiera, catechesi, carità, penitenza furono compagne di vita di Antonio Franco. Nato a Napoli nel 1585, cresciuto in una famiglia devota, non ancora 17enne conseguì la laurea in Diritto canonico e civile, giunse poi a Roma, quindi Madrid alla Corte di Filippo III e divenuto sacerdote a 25 anni, venne poi nominato Cappellano Maggiore del Regno di Sicilia e come tale Prelato ordinario e Abate di S. Lucia, nella piana di Milazzo, e il Papa Paolo V gli aggiunse il titolo di Referendario pontificio. Ministro di Dio, interprete del rinnovamento ecclesiale sancito dal Concilio di Trento, e uomo di giustizia - giudice in nome del Re di Spagna - mons. Franco curò la formazione del clero e le vocazioni e lottò con vigore contro usura, banditismo, ignoranza, superstizione, omertà diffuse in quel territorio. Un uomo di grandi doti umane e spirituali che mai si risparmiò per aiutare gli altri, come spiega il cardinale Angelo Amato:

R. - A quel tempo la Prelatura aveva circa 4200 abitanti, quasi tutti contadini e pastori. Nel governo di questa Prelatura, unita alla diocesi di Messina solo dal 1986, il Servo di Dio si distinse per la sua sapiente azione pastorale, migliorando la vita religiosa del popolo e del clero. Ancora vivente, mons. Antonio Franco era venerato per la sua vita santa e per la sua fama di taumaturgo, con interventi prodigiosi a favore degli ammalati e dei contadini, che chiedevano la pioggia per i loro campi o l'allontanamento delle intemperie dai loro raccolti. Era particolarmente generoso con i poveri. Morì in odore di santità, il 2 settembre 1626, stroncato dalle penitenze e dalle continue astinenze.

Non aveva ancora compiuto 42 anni, quando rese l’anima al Signore, stremato da privazioni e malattie. Spesso digiunava e mangiava solo pane e acqua e sembra che non adoperasse il letto ma utilizzasse una piccola stoia per materasso e una pietra come cuscino. Cosa suggerisce oggi il Beato Antonio Franco? La risposta del cardinale Angelo Amato

R. - Di aprirci con generosità, come fece lui, alle necessità dei poveri e dei bisognosi. I quattro secoli che ci separano da lui non ne attenuano il messaggio, ma anzi lo rafforzano. Anche oggi i poveri sono in mezzo a noi, e anche oggi il cristiano è chiamato dal Signore a essere buon samaritano per i feriti nel corpo e nello spirito, che invocano la nostra carità. Siamo generosi, come fu sommamente generoso il nostro Beato.

Da domani al 13 settembre il corpo incorrotto di mons. Antonio Franco rimarrà esposto nella cattedrale di Messina per la venerazione dei fedeli e quindi farà ritorno nella concattedrale di Santa Maria del Mela, dove il 15 settembre si terrà la Messa di ringraziamento.







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