2013-09-02 20:26:24

In Siria non si fermano i combattimenti. Assad: con un attacco si rischia una guerra regionale


In Siria si continua a morire. Almeno 20 ribelli sono rimasti uccisi ieri in un'imboscata tesa dall'esercito ad Adra, a nord della capitale Damasco. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che fra le vittime ci sono anche cittadini stranieri. Assad intanto sfida ancora la comunità internazionale. In un’intervista comparsa ieri su Le Figaro, il presidente siriano avverte: il Medio Oriente è una polveriera, se ci dovessero essere bombardamenti esiste il rischio di una guerra regionale. Rivolto poi a Hollande e Obama, e riferendosi all’attacco chimico, aggiunge: sono stati incapaci di fornire le prove alle loro nazioni. Il servizio di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Scontri tra ribelli ed esercito si sono registrati per tutta la giornata in Siria. Dunque la minaccia di un bombardamento da parte degli Usa non ferma i combattimenti. Secondo l’Osservatorio dei Diritti Umani nel conflitto vi sarebbero almeno 101mila vittime, e ogni due ore muore un bambino. Domani Il segretario di Stato Usa , John Kerry, ed il ministro della Difesa, Chuck Hagel, saranno ascoltati in una audizione al Senato sulla situazione nel Paese in vista anche del voto chiesto sabato da Barack Obama al Congresso sull'intervento militare. Oggi è intervenuto il segretario della Lega Araba Nabil El Arabi che ha condannato l'uso armi chimiche ma che ha anche precisato come la Lega non sia completamente certa che il regime di Assad abbia commesso questo crimine. Chi non ha dubbi è il segretario generale della Nato Rasmussen convinto che il modo con cui l'attacco è stato condotto indica che dietro c'è la mano del regime di Assad. Intanto il ministero degli Esteri italiano smentisce la notizia, diffusasi nel pomeriggio, secondo cui la prossima riunione dei Paesi del gruppo "Amici della Siria" si sarebbe dovuta tenere domenica a Roma.
Ultimo aggiornamento: 3 settembre







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