Da Assisi a Gubbio: le voci dei pellegrini sul Sentiero di San Francesco
Prosegue il cammino dei 500 partecipanti all’iniziativa “Il sentiero di Francesco”,
partito domenica mattina da Assisi e che oggi si concluderà con l’arrivo dei pellegrini
a Gubbio. Il percorso che vuole ricordare quello fatto dal poverello nell’inverno
del 1206, è promosso dalle diocesi di Assisi e Gubbio in collaborazione con l’associazione
Grenaccord Onlus. Il servizio di Marina Tomarro:
Ripercorrere
il cammino di Francesco, quello che da Assisi lo portò a Gubbio, tornare a riscoprire
una natura quasi primordiale lungo il percorso e scoprirne i colori, gli odori, il
silenzio apparente che la circonda. Sono tante le emozioni che accompagnano i pellegrini.
Ascoltiamo alcuni commenti:
R. - Si tratta semplicemente del sentiero della
propria vita. Di seguire quello che è il tuo ideale, in questo caso San Francesco,
e di seguire quello che è un percorso di vita. Una crescita interiore, un andare semplicemente
fuori dagli schemi.
D. – Cosa ti ha spinto a fare questo cammino?
R.
- L’incontro con la natura, così come San Francesco che amava la natura ed in questo
incontro con la natura scoprire di nuovo il volto di Dio.
D. – Francesco ha
fatto questo percorso dopo la sua “spoliazione”. Cosa si lascia per strada e cosa
invece si raccoglie?
R. – Si lasciano per strada tanti pensieri superflui che
potrebbero anche non esserci. E’questo ciò che insegna questa esperienza: basta poco,
invece molte volte ci preoccupiamo per cose che non esistono nemmeno. Chissà, questo
pellegrinaggio ci insegnerà proprio a saper gestire questi pensieri superflui e non
ad eliminarli, perché comunque il contatto con la realtà non si può perdere; magari
ci insegnerà a saperli “portare”.
R. - Per me questo cammino è una grande liberazione.
E poi stare insieme alle altre persone è una grande gioia.
D. – Cosa si lascia
quando si cammina lungo il sentiero e cosa poi si trova alla fine?
R. – Credo
che alla fine si trovi ancora più se stessi. È veramente così; si lasciano i problemi
ed arrivi a trovare te stesso.
R. – Mettersi in cammino con il cuore, seguendo
anche l’esempio di Francesco e sapere che c’è una garanzia di incontrare l’amore:
Cristo. Il cammino è personale. La prima cosa per un pellegrino è avere una meta che
lo distingue dal vagabondo. La seconda cosa quando una persona si mette in cammino
è tutta la sua storia. Sicuramente quando si inizia a camminare si rivede la propria
vita e si comprendono tante cose. Io ho una speranza: quella di portare tanti amici
a fare questa esperienza, perché aiuta il cuore, aiuta il corpo, aiuta la mente. Quando
c’è armonia si è più capaci di scoprire Cristo.
E alcuni ospiti speciali accompagnano
i pellegrini. Infatti, al cammino partecipano anche 25 esemplari di lupi. Ascoltiamo
Manuela Pinzan, dell’associazione Ali (Associazione Affidatari Allevatori del
Lupo Italiano):
E’ una grande emozione. Un grande onore anche perché San Francesco
è stato da noi scelto come il Santo protettore dei lupi. I lupi qualche anno fa erano
molto diminuiti e rischiavano l’estinzione se la situazione non migliorava; ma adesso,
noi dell’Associazione Affidatari Allevatori del Lupo Italiano abbiamo preso in mano
il registro anagrafico della razza. Ci teniamo moltissimo a partecipare ogni anno
a questo evento importante, perché il lupo è veramente il segno di San Francesco,
è il segno della capacità di ammansire anche gli animali più feroci.