Siria. Mons. Zenari: "Le parole del Papa scuotono le coscienze di chi ha in mano i
destini del mondo"
“Un appello che senz’altro porta speranza alla popolazione ma scuote anche le coscienze
di tutti, specie di chi ha in mano le sorti del mondo, in questo momento”. Così, al
microfono di Gabriella Ceraso, commenta le parole del Papa all’Angelus, mons.
Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria:
R. – E’ un appello
molto forte che è caduto in queste giornate in cui tutto il mondo vive con il fiato
sospeso e l’iniziativa è altrettanto opportuna e molto bella, sarà senz’altro apprezzata
anche dall’ambiente maggioritario musulmano, perché sappiamo quanto apprezzino la
preghiera e il digiuno. E io direi che questo discorso va letto e interpretato dall’inizio
alla fine. Il più bel commento sono le espressioni del volto del Santo Padre e i suoi
gesti: ce n’è per tutti, in questo discorso, in questo appello! E’ un appello rivolto
a tutti, e come diceva Gesù nel Vangelo: “Chi ha orecchie da intendere, intenda”.
D.
– Il Papa ha parlato di "un giudizio di Dio" e di un "giudizio della Storia sulle
nostre azioni, a cui non si può sfuggire". Un forte richiamo alla coscienza di ciascuno
…
R. – Hanno fatto veramente impressione, queste parole del Santo Padre. Senz’altro
scuotono le coscienze di tutti e soprattutto di chi ha in mano i destini del mondo
e di questo conflitto.
D. – Il Papa ha chiamato anche tutti gli uomini di buona
volontà: i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti ad altre religioni …
tutti. Anche i non credenti, tutti saranno convocati in San Pietro il 7 settembre,
“per l’amata Nazione siriana – ha detto – e per tutti i conflitti”. E’ un richiamo
veramente all’umanità intera …
R. – Direi che la pace è un dono di Dio per
l’umanità intera; è un dono per tutti. Quindi, tutti partecipiamo o tutti soffriamo
della mancanza di questo dono e per questo siamo tutti interessati. E’ qualcosa che
abbiamo in comune e quindi tutti siamo chiamati in questo momento così critico, così
delicato ad unire, al di là di qualsiasi credenza, la nostra partecipazione a questo
dono che viene dal Cielo, ma che è lasciato anche a noi, alla nostra responsabilità
di mantenerlo e di proteggerlo.
D. – E’ importante fare arrivare queste parole
ai grandi del mondo, ma anche alla popolazione: lei si farà portavoce di quanto ascoltato
oggi?
R. – Senz’altro. E’ stato – credo – un grande incoraggiamento per tutti,
in questi giorni, in queste ore così difficili, e noi siamo molto, molto riconoscenti
al Santo Padre.
D. – C’è ancora paura e tensione da voi? Quale il clima in
questo momento?
R. – Direi, di sì: la tensione è visibile. Basta vedere le
persone che mettono assieme quelle poche cose che hanno e cercano di portarsi in qualche
Paese qui vicino. Direi che questo appello del Papa costituirà senz’altro una luce,
un seme di speranza per tutti. Speriamo che non solo dall’ascolto di queste parole,
ma anche dalla preghiera e dal digiuno questo dono della pace possa essere salvato
o recuperato …