"Portatore della speranza che deriva dalla fede":così il card. Scola ricorda Carlo
Maria Martini
Il cardinale Carlo Maria Martini “fu indomito portatore” della speranza “che deriva
dalla fede incrollabile nella Resurrezione di Gesù”: lo ha ricordato sabato scorso
l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, durante la Messa in suffragio dell’arcivescovo
emerito, nel primo anniversario della morte. Durante l’omelia, il cardinale Scola
ha definito questa celebrazione “un’occasione privilegiata” per misurarsi con gli
interrogativi cruciali che riguardano la morte e “il bene della vita”, oltre che per
rendere grazie a Dio “del bene compiuto” dal cardinale Martini “nel suo ministero
episcopale”. “Il suo sguardo appassionato per tutti – ha proseguito il porporato –
continua ad accendere la «grande luce»” citata dal vangelo di Matteo “e, in
essa, la speranza «che non delude». Non delude, ha detto l’arcivescovo richiamando
le parole della Lettera di san Paolo ai Romani, “perché proviene dall’amore stesso
di Dio che gratuitamente si riversa nei nostri cuori e non viene meno neppure quando
siamo «deboli…», «peccatori…» e «nemici»”. Il cardinale Scola
ha poi ricordato alcune tra le molte pagine scritte dal card. Martini, soffermandosi
in particolare su quelle dedicate alla Resurrezione di Gesù, che, reincontrando la
Maddalena, i discepoli di Emmaus e Pietro “li inoltra, in pienezza di verità, sulla
strada di una responsabile novità”. Gesù Cristo morto e risorto, ha poi proseguito
l’arcivescovo di Milano, citando ancora il suo predecessore, è “un grande tesoro”
che offre a tutti, come dice San Paolo “la speranza della gloria di Dio”. Il porporato
ha quindi ricordato la prima lettera pastorale del cardinale Martini, dedicata alla
preghiera contemplativa, notando come in essa sia messa in luce “la tensione positiva
alla vita, e alla vita “per sempre” che inquieta il cuore in ogni uomo, rendendolo
consapevole di non essere lontano da nessun altro uomo”. “La dimensione contemplativa
della vita del cardinale Martini – ha concluso l'arcivescvo di Milano – rappresenta
l’antefatto, l’orizzonte, il precedente di tutta la sua riflessione e di tutta la
sua azione”. (D.M.)