Un'organoide cerebrale dalle staminali adulte. Don Colombo: passo nella giusta direzione
Ha suscitato vasta eco lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature”, che ha ottenuto
la creazione, in vitro, di un modello del cervello umano. La piccola struttura (del
diametro di 4 millimetri), creata grazie a cellule staminali adulte, servirà per esperimenti
volti a sconfiggere alcune patologie che colpiscono l’encefalo. Alcuni hanno parlato
addirittura della creazione di un “mini-cervello”. Massimiliano Menichetti
ha raccolto il commento di don Roberto Colombo, bioeticista, docente all'Università
Cattolica di Roma:
R. – Al contrario
dei trionfalistici annunci di alcuni mass media non si tratta della creazione, per
la prima volta, di un cervello in laboratorio, ma della costruzione di quello che
gli studiosi chiamano un “organoide cerebrale”, cioè una copia incompleta e imperfetta,
che serve da modello per lo studio dello sviluppo del cervello umano. In questo modello
sono presenti alcuni abbozzi di regioni cerebrali, come la corteccia, le meningi,
il plesso coroideo, ma mancano altri, quali per esempio l’ippocampo… Lo scopo di questo
importante studio è di poter affrontare con un modello nuovo e più efficiente la ricerca
su alcune malattie genetiche neurologiche, cioè che riguardano lo sviluppo del cervello
e che possono, in questo modo, essere studiate in vitro; oppure per produrre un modello,
per attestare nuovi farmaci attivi sul sistema nervoso centrale.
D. – Questo
modello è stato ottenuto, utilizzando delle cellule staminali adulte riprogrammate.
Quindi, un buon risultato...
R. – Si tratta di un notevole risultato proprio
perché la comparazione tra l’organoide derivante da cellule di soggetti normali e
quello derivante da cellule di soggetti affetti da una malattia, chiamata microcefalia,
è stato ottenuto utilizzando cellule staminali pluripotenti indotte, derivate dalla
pelle del paziente. Questo mostra come queste cellule siano dotate di una notevole
plasticità, che le rende idonee per la generazione di tessuti dell’organismo umano.
D.
– Ancora una volta, quindi, si ribadisce il buon esito dello studio sulle cellule
staminali adulte rispetto alle cellule staminali embrionali, che vuol dire uccidere
una vita...
R. – I primi tentativi che hanno condotto a questo esperimento,
che sono stati pubblicati nel maggio scorso, erano stati ottenuti utilizzando cellule
staminali embrionali, cioè attraverso un processo moralmente inaccettabile. Occorre,
dunque, come sempre nella ricerca, saper trovare una strada scientificamente valida,
ma anche pienamente rispettosa dell’uomo sin dal suo concepimento.
D. – Questo
ultimo rapporto, invece, fa vedere come esista una scienza percorribile e assolutamente
valida...
R. – Scegliere una via eticamente accettabile non significa rinunciare
alle prospettive della ricerca scientifica, anche la più avanzata, ma ricordare che
ogni ricerca umana è finalizzata al bene dell’uomo e che non può mai utilizzare l’uomo
come mezzo, infliggendogli la morte.