Milano. Il cardinale Scola: dal Beato Schuster "un invito alla santità"
“La sua testimonianza di persona consacrata totalmente a Dio, dapprima nella vita
monastica benedettina, nell’abbazia di san Paolo fuori le mura a Roma, e successivamente
nell’episcopato, come arcivescovo di Milano, ne ha fatto un punto di riferimento sicuro
per credenti e non credenti”. Lo ha ricordato, ieri sera, il cardinale Angelo Scola,
nella Messa in duomo in memoria del Beato Alfredo Ildefonso Schuster, a 59 anni dalla
morte. “Consapevole della sua missione, annunciando il Vangelo - ha aggiunto -, ha
dedicato tutto se stesso al servizio dei suoi fedeli, che gli erano davvero 'diventati
cari’, per usare la bella espressione dell’Apostolo” Paolo. Il cardinal Scola ha poi
rivolto un saluto ai partecipanti al XIII Simposio intercristiano, che si è svolto
in questi giorni presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, promosso dall’Istituto
Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum di Roma e dalla
Facoltà di Teologia dell’Università Aristotele di Tessalonica. “Il travaglio che segna
profondamente le nostre società - ha osservato l’arcivescovo di Milano - chiede che
tutti i fedeli in Cristo intensifichino la loro azione comune per la promozione del
bene dei diversi popoli che mai come oggi si trovano ad agire sullo stesso territorio”.
“La vita dei cristiani - ha sottolineato il card. Scola - custodisce nei misteri fondamentali
della fede criteri sulla cui base cerca, insieme ai nostri fratelli uomini, risposte
alle questioni più delicate per la vita delle donne e degli uomini legate a quella
comune esperienza elementare fatta di affetti, di lavoro e di riposo”. Per il porporato,
“la responsabilità civile di ogni cristiano è di contribuire in una società plurale,
come quella odierna, alla edificazione della vita buona di tutti, annunciando così
l’Evangelo dell’umano”. L’anno costantiniano “ci impedisce di vivere in modo privato
la nostra fede”. Secondo il cardinale, “questo esporsi del cristiano nella vita pubblica
non ha altra ragione che l’amore di Cristo per ogni persona e per questo non cerca
strategicamente l’egemonia nella società ma l’umile e decisa testimonianza; proprio
come quella raccomandata dal beato Ildefonso Schuster, che con queste parole si congedava
dai suoi seminaristi al termine della sua vita: 'Voi desiderate un ricordo da me.
Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si
lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora
crede, ancora si inginocchia. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali,
indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un santo, vivo o morto passa, tutti
accorrono al suo passaggio’”. (R.P.)