2013-08-31 13:47:27

Milano. Il cardinale Scola: dal Beato Schuster "un invito alla santità"


“La sua testimonianza di persona consacrata totalmente a Dio, dapprima nella vita monastica benedettina, nell’abbazia di san Paolo fuori le mura a Roma, e successivamente nell’episcopato, come arcivescovo di Milano, ne ha fatto un punto di riferimento sicuro per credenti e non credenti”. Lo ha ricordato, ieri sera, il cardinale Angelo Scola, nella Messa in duomo in memoria del Beato Alfredo Ildefonso Schuster, a 59 anni dalla morte. “Consapevole della sua missione, annunciando il Vangelo - ha aggiunto -, ha dedicato tutto se stesso al servizio dei suoi fedeli, che gli erano davvero 'diventati cari’, per usare la bella espressione dell’Apostolo” Paolo. Il cardinal Scola ha poi rivolto un saluto ai partecipanti al XIII Simposio intercristiano, che si è svolto in questi giorni presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, promosso dall’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum di Roma e dalla Facoltà di Teologia dell’Università Aristotele di Tessalonica. “Il travaglio che segna profondamente le nostre società - ha osservato l’arcivescovo di Milano - chiede che tutti i fedeli in Cristo intensifichino la loro azione comune per la promozione del bene dei diversi popoli che mai come oggi si trovano ad agire sullo stesso territorio”. “La vita dei cristiani - ha sottolineato il card. Scola - custodisce nei misteri fondamentali della fede criteri sulla cui base cerca, insieme ai nostri fratelli uomini, risposte alle questioni più delicate per la vita delle donne e degli uomini legate a quella comune esperienza elementare fatta di affetti, di lavoro e di riposo”. Per il porporato, “la responsabilità civile di ogni cristiano è di contribuire in una società plurale, come quella odierna, alla edificazione della vita buona di tutti, annunciando così l’Evangelo dell’umano”. L’anno costantiniano “ci impedisce di vivere in modo privato la nostra fede”. Secondo il cardinale, “questo esporsi del cristiano nella vita pubblica non ha altra ragione che l’amore di Cristo per ogni persona e per questo non cerca strategicamente l’egemonia nella società ma l’umile e decisa testimonianza; proprio come quella raccomandata dal beato Ildefonso Schuster, che con queste parole si congedava dai suoi seminaristi al termine della sua vita: 'Voi desiderate un ricordo da me. Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un santo, vivo o morto passa, tutti accorrono al suo passaggio’”. (R.P.)







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