Centrafrica: nuove testimonianze sull’accanimento contro i cristiani
Una delegazione della diocesi di Bouar si è recato a Bohong (a 80 km da Bouar, nell’ovest
della Repubblica Centrafricana) da dove domenica 18 agosto i sacerdoti e le religiose
della Sœurs de la Charité erano stati costretti alla fuga. Secondo un comunicato inviato
all’agenzia Fides, la delegazione prima di arrivare a Bohong ha raggiunto Forte, un
villaggio che si trova sulla strada, dove di fronte alla chiesa dei Battisti ha incontrato
un gruppo di una cinquantina di persone riunite per fare il censimento degli sfollati
rientrati dalla foresta e delle case bruciate. Queste sono ben 206. “Attraversando
il villaggio di Forte, abbiamo guardato le abitazioni distrutte e abbiamo pensato
alla sofferenze delle persone che, durante la stagione delle piogge devono nascondersi
nella foresta, e che al ritorno al loro villaggio troveranno solo scene di desolazione”
riferisce il comunicato. La tragedia più grave è iniziata all’entrata di Bohong” continua
il comunicato. “Là, non è stata risparmiata nessuna casa di paglia, appartenente agli
abitanti non musulmani chiamati “Gbaya”, da parte dei militari della Seleka venuti
dall’estero. Su tutta l’estensione della città (salva la parte musulmana) si è assistito
alla stessa scena: case senza tetto, muri anneriti e vuoti. Nessuno rumore, né conversazioni,
né gioia”. Nel villaggio di Bohong, la delegazione ha potuto constare che nella parrocchia
St. Jeanne Antide de Thouret, “il tabernacolo e l’altare erano in buono stato, senza
alcun danno. Per contro, nella sacrestia tutti gli oggetti di culto e i libri liturgici
erano stati gettati per terra”. “La cappella delle Suore era stata invece profanata:
il tabernacolo scassinato, le ostie consacrate gettate per terra…”Tra gli edifici
saccheggiati vi sono la scuola cattolica, il dispensario e il collegio femminile.
Un gruppo di coraggiosi fedeli monta la guardia per impedire ulteriori profanazioni
alle rimanenti strutture della Chiesa. Anche le altre confessioni cristiane hanno
subito danni simili. Il comunicato conclude però con una nota di speranza: “la piattaforma
religiosa costituita a Bouar a luglio, lavorerà anche per la riconciliazione e la
pace tra le differenti confessioni religiose presenti a Bohong e nei villaggi vicini”.
(R.P.)