Afghanistan. Attentati e violenze contro politici e forze di sicurezza
Un’ondata di attacchi terroristici ha colpito in questi ultimi giorni l’Afghanistan:
nella giornata di ieri sono morte 20 persone e decine sono rimaste ferite nel distretto
di Kunduz, nel nord del Paese, quando un kamikaze si è fatto esplodere tra la folla
riunita nella moschea per le celebrazioni del funerale di un capo tribù locale. Nell’esplosione
ha perso la vita anche il governatore della provincia di Kunduz, che dal 2002 si impegnava
nella lotta contro le violenze dei talebani, e l’attentato si affianca a diversi altri
ai danni di esponenti del governo locale, in una provincia ritenuta, prima di queste
ultime settimane, relativamente stabile. Ma la stabilità è un lusso nel Paese: nella
zona di Herat, una delle più sicure, con un fiorente commercio privato in grado di
spingere l’economia afghana, sei persone che lavoravano a programmi governativi di
sviluppo sono state giustiziate. Resta alto anche il prezzo pagato dalle forze di
sicurezza presenti nell’area: solamente in questa settimana,15 poliziotti hanno perso
la vita a Farah e altri quattro a Ghazni in attacchi talebani mentre diversi soldati
sono stati uccisi nei combattimenti nei pressi della fortezza talebana di Helmand.
Gli attacchi proseguono nonostante gli sforzi del primo ministro Karzai che, nella
visita in Pakistan all’inizio di questa settimana, ha cercato di ristabilire i rapporti
con il governo di Islamabad per trovare, senza successo, un alleato e un mediatore
nel dialogo con i talebani. Il presidente afghano è ormai a fine mandato e, senza
uno stop alle violenze, dalle elezioni del 2014 potrebbe dipendere il destino democratico
del paese. (A cura di Davide Pagnanelli)