Il Festival del Cinema di Venezia ricorda il cardinale Martini a un anno dalla scomparsa
Alla Mostra del Cinema di Venezia sono stati presentati nello spazio della Fondazione
Ente dello Spettacolo il DVD del film-dossier di Salvatore Nocita “Un uomo di Dio”
e il volume “Il silenzio della parola” delle Edizioni San Paolo, due importanti iniziative
che ricostruiscono la figura e il pensiero del cardinale Carlo Maria Martini a un
anno dalla scomparsa. Un pastore amato da tutta la Diocesi di Milano e che viene ricordato
al Festival come un grande comunicatore della Parola di Dio. Il servizio di Luca
Pellegrini:
Fu un ricordo
particolare, quello che si svolse lo scorso anno alla Mostra veneziana: nel momento
dei suoi funerali, il cardinale Martini trovava commossa accoglienza da parte del
mondo del cinema. Attori, registi, amici si erano ritrovati attorno a questa figura
di pastore capace di costruire grandi ponti con tutti gli uomini di buona volontà,
anche i non credenti, diventando l’esempio di uomo del dialogo, della comprensione
e dell’accoglienza. A un anno dalla scomparsa, la Fondazione Ente dello Spettacolo
ha voluto commemorare nuovamente questa straordinaria figura della Chiesa italiana
con un incontro cui hanno partecipato, tra gli altri, don Antonio Sciortino, direttore
di Famiglia Cristiana, e mons. Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo
Vaticano, che ha fornito per il film un’intervista inedita al cardinale. Gli abbiamo
chiesto quali sono i motivi della sua forza comunicativa:
“A un anno dalla
morte, si ricorda il cardinale Martini e in particolare il tema della comunicazione,
che è una innervatura del suo magistero, del suo episcopato, almeno per tre livelli:
il primo è un livello con il quale il cardinale Martini conosceva bene le portate
simboliche dei gesti. Penso, ad esempio, al suo ingresso in Milano con in mano il
Vangelo. Non ha raccontato l’importanza del Vangelo, l’importanza di leggere la Storia
a partire dal Vangelo, ma di fatto lo ha posto, come gesto. Il secondo, con la consapevolezza
delle strategie della comunicazione. Penso, ad esempio, ad alcune scelte importanti
come la 'Cattedra dei non credenti', la 'Scuola della Parola' dove, attraverso il
racconto della Parola, c’è – di fatto – l’induzione a una ristrutturazione della propria
identità rispetto alla Parola stessa di Dio. Il terzo è il livello di contenuto: il
cardinale è intervenuto sul tema della comunicazione in maniera esplicita con la Lettera
pastorale 'In principio è la Parola'; certamente con le due Lettere pastorali 'Effatà'
e 'Il lembo del mantello' e non lo ha dimenticato negli aspetti più propriamente educativi
nella sua lettera 'Itinerari educativi' dove, appunto, pone a tema la questione della
comunicazione”.
Don Davide Milani, responsabile delle Comunicazioni
sociali della Diocesi di Milano, riflettendo sulla figura del cardinale Martini, aggiunge:
R.
– In un recente intervento il cardinale Scola, successore a Milano del cardinale Martini,
ha definito Martini come il volto che cerca il volto di Cristo. Ecco: il cardinale
Martini è stato un grande comunicatore perché ha messo in gioco il suo volto, la sua
persona, la sua storia in ogni incontro: nei grandi incontri ecumenici, nella “Cattedra
dei non credenti”, nelle grandi adunate in Duomo ma anche negli incontri personali.
La sua comunicazione – il segreto della sua comunicazione – sta in questo:
ha messo in gioco il suo volto, la sua storia, la sua fede, la sua identità, la sua
persona.
D. – La diocesi di Milano lo ricorda quindi anche alla Mostra del
Cinema di Venezia …
R. – Siamo alla Mostra del Cinema perché spontaneamente
l’anno scorso, in occasione della morte, venne organizzato un piccolo incontro di
preghiera e di commemorazione. La diocesi lo ricorderà sabato sera 31 agosto in Duomo,
alle 17.30, con la Messa solenne presieduta dal cardinale Scola, con i preti diocesani
e il popolo.