Siria: il patriarca Gregorio III condanna un eventuale attacco Usa
"Ascoltiamo l'appello del Papa per la pace in Siria. Se i Paesi occidentali vogliono
creare una vera democrazia devono costruirla con la riconciliazione, con il dialogo
fra cristiani e musulmani, non con le armi. L'attacco pianificato dagli Stati Uniti
è un atto criminale, che mieterà altre vittime, oltre alle migliaia di questi due
anni di guerra. Ciò farà crollare la fiducia del mondo arabo verso il mondo occidentale".
È quanto afferma all'agenzia AsiaNews Gregorio III Laham, patriarca greco-cattolico
di Antiochia, di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. L'appello
giunge a poche ore dalle voci di un attacco imminente degli Stati Uniti contro Damasco.
L'operazione è appoggiata da altri Paesi: Francia, Gran Bretagna, Turchia e Lega Araba.
In questi giorni il prelato ha diffuso in tutte le parrocchie della Siria l'appello
pronunciato lo scorso 25 agosto da Papa Francesco. "La voce dei cristiani - afferma
il patriarca - è quella del Santo Padre. In questo momento occorre essere pragmatici.
La Siria ha bisogno di stabilità e non ha senso un attacco armato contro il governo".
Gregorio III si domanda: "Quali sono le parti che hanno condotto la Siria a questa
linea rossa? Chi ha portato la Siria a questo punto di non ritorno? Chi ha creato
questo inferno in cui vive da mesi la popolazione?". "Ogni giorno - spiega - in Siria
entrano estremisti islamici provenienti da tutto il mondo con l'unico intento di uccidere
e nessun Paese ha fatto nulla per fermarli, anzi gli Stati Uniti hanno deciso di inviare
ancora più armi". Il prelato sottolinea che l'attacco pianificato dagli Usa colpirà
soprattutto la popolazione siriana e non è meno grave dell'uso di armi chimiche.
Secondo il patriarca, i Paesi occidentali continuano a sostenere un opposizione che
non esiste, che non ha alcuna autorità sul campo. "I lavori per la conferenza di Ginevra
2 - sottolinea - sono fermi. La parola dialogo è ormai dimenticata. Per mesi i Paesi
occidentali hanno perso tempo a discutere, mentre la gente moriva sotto le bombe di
Assad e per gli attacchi degli estremisti islamici di al-Qaeda". Gregorio III avverte
che una eventuale vittoria degli islamisti darà vita a un Paese diviso in piccole
enclavi, confinando i cristiani in un ghetto. "La nostra comunità si riduce ogni giorno.
I giovani fuggono, le famiglie abbandonano le loro case e i loro villaggi". Per il
prelato "la scomparsa dei cristiani è un pericolo non solo per la Siria, ma per tutta
l'Europa". "La nostra presenza - afferma - è la condizione essenziale per avere un
islam moderato, che esiste grazie ai cristiani. Se noi andiamo via, non potrà esservi
in Siria alcuna democrazia. Tale tesi è sostenuta anche dagli stessi musulmani, che
temono la follia islamista. In molti affermano che non si può vivere dove non vi sono
i cristiani". (R.P.)