2013-08-28 13:45:03

Repubblica Ceca: il presidente scioglie la Camera bassa, elezioni anticipate a ottobre


Crisi politica in Repubblica Ceca. Dopo la caduta del governo di destra, in seguito ad uno scandalo di corruzione e abuso di potere, il presidente Milos Zeman ha sciolto formalmente la Camera bassa del Parlamento, e messo in agenda per ottobre le elezioni anticipate, anche se resta l’incognita su quello che potrebbe fare il partito di maggioranza, le future alleanze, le tante emergenze che il Paese deve fronteggiare. Al microfono di Cecilia Seppia il commento di Matteo Tacconi, giornalista esperto di Europa dell’Est:RealAudioMP3

R. – L’impressione generale è che, attualmente, non ci sia un partito capace di emergere, di formare una maggioranza chiara. Questo è in linea con quanto successo in tutte le altre votazioni recenti della storia della Repubblica Ceca: non si è mai creato un governo stabile.

D. – I sondaggi, però, registrano una possibile svolta a sinistra: quindi, forse, il partito più votato potrebbe essere quello dei socialdemocratici. Questo potrebbe cambiare anche la politica estera della Repubblica Ceca e dare quindi un impulso all’interazione tra Praga e Mosca?

R. – Per quanto riguarda i sondaggi, è vero che sono in testa i socialdemocratici, però da soli è difficile che riescano a formare una maggioranza stabile, tant’è che si parla di alleanza con il partito comunista della Repubblica Ceca, che è un partito che è quasi sempre andato in doppia cifra. Non c’è mai stato un binomio del genere: ho i miei dubbi sull’eventuale stabilità di una simile coalizione. Per quanto riguarda la politica estera, potrebbe essere un’oscillazione verso Mosca, però fondamentalmente la politica estera della Repubblica Ceca è sempre stata così negli ultimi dieci anni e non c’è mai stato un rapporto conflittuale con Mosca: tra i Paesi dell’Europa Centrale, la Repubblica Ceca è quello che probabilmente vanta un rapporto più aperto con la Federazione Russa. O si flirta un po’ con l’Europa e un po’ con la Russia a seconda dei casi e delle convenienze: delle volte si è europeisti e delle altre euroscettici; delle volte si fanno affari con Mosca e delle altre si manifestano delle riserve.

D. – Repubblica Ceca che entra nell’Unione Europea pensando anche di risolvere la crisi economica, ma di fatto così non è stato…

R. – Sicuramente vedevano nell’Unione Europea una grossa cornucopia: un modo cioè per avere soldi. Poi si sono resi conto che l’Europa non è solo questo! In generale tramite fondi strutturali, fondi di coesione e tramite il mercato unico europeo ci sono delle possibilità per migliorare i propri standard economici. La Repubblica Ceca, considerando che ha anche un buon settore manifatturiero non è andata male economicamente. E’ pur vero che ha avuto diversi trimestri recessivi ultimamente, però - proprio con gli ultimi dati della Commissione europea - è venuto fuori che è uscita dalla recessione e tornerà a crescere.

D. – La Repubblica Ceca è anche un Paese segnato da una forte corruzione. Su questo punto le promesse del governo di destra sono state ampiamente deluse...

R. – L’ultimo esecutivo è andato giù proprio per un discorso di corruzione! E’ un problema serio e va risolto in un’ottica sicuramente di medio periodo. Le promesse della politica, dall’oggi al domani, non servono a niente: bisogna fare leggi, bisogna fare riforme, bisogna creare un ambiente che riesca a tener testa, dal punto di vista aziendale e politico, alla piaga della corruzione.

D. – Molti osservatori pensano che si andrà – forse – verso la repubblica presidenziale in Repubblica Ceca: è possibile questo?

R. – Questo è un tema molto interessante, nel senso che l’attuale presidente, Zeman, ha interpretato il nuovo mandato presidenziale – che per la prima volta si basa su un’elezione diretta popolare – in senso molto estensivo: lui vuole e sta intervenendo in politica. Per cui – sì - c’è una rimodulazione: una presidenza cioè che sarà ancora più incisiva.







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