2013-08-28 15:46:01

Bolivia: intervento della Chiesa sulla situazione carceraria


Il coordinatore nazionale della pastorale penitenziaria dell’episcopato boliviano, padre Leonardo Da Silva ha affermato che il Paese con il maggiore indice di ritardi nell’amministrazione di giustizia in America Latina è la Bolivia, seguita dal Perù. Secondo le statistiche presentate da padre Da Silva nella rivista "Voci della Pastorale Penitenziaria", dai 14.272 detenuti, l’83% sono in detenzione preventiva, vale a dire che solo 2.362 reclusi hanno una condanna. L’articolo del sacerdote ha destato l’interesse dell’opinione pubblica ancora scossa dall’attacco al carcere di Palmasola, venerdì scorso, nel quale 31 persone, tra cui un bambino di un anno, sono morte e 63 sono rimaste ferite in una guerra tra bande interne. Paradossalmente, 28 delle vittime mortali erano in carcere in attesa digiudizio. Padre Da Silva afferma che le carceri del Paese sono collassate dalla quantità di persone che non ha una sentenza, di conseguenza l’affollamento, la violenza interna, le lotte di potere e i ritardi nella giustizia, sono prodotto di una politica e un sistema penitenziario inefficiente. La negligenza penitenziaria è la causa di tutte le violazioni dei diritti umani dei detenuti in Bolivia e il detonante di tragedie come quella di Palmasola. Secondo il coordinatore della pastorale penitenziaria dell’episcopato, le carceri con più carenze sono quelle della regione centrale del Paese, cioè La Paz, Cochabamba e Santa Cruz, sovraffolllate e senza alcuna politica di reinserimento sociale. In questo senso padre Da Silva ha sottolineato che una trasformazione strutturale penitenziaria implica volontà politica e risorse economiche, che dovrà iniziare da una riforma del Codice Penale e la depoliticizzazione del sistema penitenziario. Il coordinatore della pastorale penitenziaria boliviana ha proposto la classifica dei sistemi carcerari, secondo i tipi di delitto e l’applicazione di programmi di crescita personale e reinserimento sociale a carico delle autorità municipali e nazionali, insieme alle istituzioni ecclesiali, l’Assemblea dei Diritti Umani e i Difensori del Popolo. Infine, il sacerdote boliviano ha fatto un appello agli operatori dell’organismo giudiziario e al Ministero Pubblico per velocizzare le pratiche dei detenuti in attesa di giudizio. (A cura di Alina Tufani)







All the contents on this site are copyrighted ©.