Appello del Consiglio Mondiale delle Chiese: in Siria intervenga l'Onu
Forte condanna del Consiglio mondiale delle Chiese all’uso delle armi chimiche nel
conflitto siriano e appello alle Nazioni Unite perché “adempia alla sua responsabilità
di proteggere il popolo siriano da gravi violazioni dei diritti umani”. È il segretario
generale del Wcc Olav Fykse Tveit - organismo che coordina 345 Chiese membro, tra
cui anche le Chiese siriane - a chiedere l’intervento dell’Onu dopo il tragico ricorso
alle armi chimiche usate di recente nel conflitto in Siria contro i civili. “Non importa
chi c’è dietro questo attacco - dice dagli uffici di Ginevra il segretario generale
del Wcc -, è assolutamente inconcepibile che armi chimiche possano aver trovato la
loro strada nel conflitto in Siria”. “Come Consiglio Mondiale delle Chiese, tra cui
le chiese in Siria che hanno sofferto molto durante la guerra, noi condanniamo l’uso
di armi chimiche, in ogni caso e da entrambe le parti. Non ci sono scuse”. “Questi
ultimi giorni - prosegue Tveit - hanno dimostrato ancora una volta la brutalità di
questa guerra, in cui persone innocenti stanno pagando un prezzo insostenibile”. Il
Consiglio Mondiale delle Chiese - riferisce l'agenzia Sir - ricorda che quasi 1.300
persone sono morte il 21 agosto, a Ghouta, un sobborgo della capitale siriana, Damasco,
a causa di quello che sembra essere stato un attacco di gas. Ma i morti del conflitto
siriano sono già diventati più di 100.000 mentre 1,7 milioni di persone hanno lasciato
da profughi la Siria e 1,5 milioni sono sfollati all’interno del Paese. La metà di
questi profughi e sfollati - ricorda sempre il segretario generale del Consiglio Mondiale
delle Chiese - sono di età inferiore ai 18 anni. Per non contare poi le persone scomparse
e rapite, tra cui due vescovi, mons. Mar Gregorios Yohanna Ibrahim dalla Chiesa siro-ortodossa
e l’arcivescovo Paolo Yazigi dalla Chiesa greco-ortodossa, e tre sacerdoti, l’ultimo
dei quali il padre gesuita Paolo Dall’Oglio. Tveit si appella pertanto alle Nazioni
Unite affinchè svolga al più presto “un’indagine approfondita e imparziale” sull’attacco
di gas e chiede al governo siriano di “svolgere il suo ruolo di proteggere i suoi
cittadini. È importante - dice Tveit - che l’Onu possa avere pieno accesso per la
sua indagine”. Altrettanto importante, aggiunge, è che gli Stati membri dell’Onu e
la comunità internazionale “cooperino mettendo in atto ogni mezzo politico e negoziale
per trovare una soluzione pacifica a questo conflitto”. (R.P.)