2013-08-27 15:15:47

Misure "salva-precari". Per i sindacati: "Un piccolo passo, ma non basta"


“Mai più precari di Stato”: lunedì, con il varo del decreto sulla Pubblica Amministrazione il governo Letta ha posto un limite ai contratti a termine e ha dato uno spiraglio di stabilizzazione ai molti vincitori o idonei di passati concorsi. “Non è risolutivo, ma è un piccolo passo, ora attendiamo di discutere i dettagli”, commentano i sindacati, mentre il governo ribadisce che la soluzione è strutturale, non è una sanatoria. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Elena Zuffada direttrice del Centro di ricerca per il cambiamento delle amministrazioni pubbliche (CeCap), della Cattolica di Piacenza:RealAudioMP3

R. – In un momento storico come questo, caratterizzato da una grande incertezza in tutto il sistema socio-economico con delle ripercussioni evidenti sui nuclei familiari e sulle singole persone, un provvedimento che va nella direzione di creare o, comunque, assicurare posti di lavoro, è sicuramente un provvedimento importante e da apprezzare. Poi, se analizziamo il provvedimento in un’ottica di razionalizzazione, di modernizzazione della Pubblica Amministrazione, comincerei a considerare il fatto che, il nostro settore pubblico non è sovradimensionato, se guardiamo i dati Ocse, invece il nostro punto di debolezza credo sia soprattutto quello di far sì che la forza lavoro sia in grado di tradurre le proprie competenze in valore per il territorio, in servizi, in risposte tempestive. Quindi, al di là dell’attenzione, che anche i media hanno posto sulla questione dei precari, un aspetto importante mi sembra quello secondo cui il governo ha dichiarato di voler facilitare anche i procedimenti, le procedure per l’assunzione e per la mobilità. Questo, infatti, potrebbe essere uno strumento che dà efficienza al sistema pubblico.

D. – Quindi lei dice che è una soluzione che può essere considerata strutturale, ma che non risponde all’ emergenza, che caratterizza la nostra Pubblica Amministrazione, della velocità, dell’efficienza, dell’equilibrio nelle diverse sedi?

R. – Sì, dico che questo è un passo interessante, ma non è sicuramente sufficiente. Il provvedimento enfatizza molto il criterio del merito per la selezione. E questa credo sia una condizione importante per una Pubblica Amministrazione moderna, che funzioni. Ancora una volta, però, non bastano persone qualificate e preparate, ma serve tecnologia, servono leve di management, capacità manageriali, servono dirigenti capaci di agire una responsabilità sui risultati. E quindi è un primo passo.

D. – Nella terminologia di questo decreto è tornata l’importanza del concorso, e l’importanza dell’assunzione, quando fino a poco tempo fa sembravano termini assolutamente superati anzi da superare, per guardare avanti...

R. – Questo che lei pone è un bel tema. In un anno sono così radicalmente cambiati i conti da poter addirittura pensare ad un potenziamento dell’organico? Forse probabilmente non era vero un anno fa che la nostra Pubblica Amministrazione era sovradimensionata, e probabilmente appunto anche questo provvedimento non è la soluzione di tutti i mali oggi. Il punto vero, per me, è come si darà corso a questa stabilizzazione dei precari: se facendo una valutazione attenta del fabbisogno rispetto a quello che sono i carichi di lavoro, i servizi resi, le risorse a disposizione e così via, o se invece sarà un modo per aprire indistintamente le porte a tutti.

Ultimo aggiornamento: 28 agosto







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