2013-08-26 14:05:13

Siria: attaccati ispettori Onu. Comunità internazionale divisa sulla soluzione alla crisi


In Siria scambio di accuse tra regime e opposizione sugli spari contro gli ispettori Onu che stanno verificando l'eventuale uso di armi chimiche nel conflitto. Intanto si farebbe strada l’ipotesi di un intervento militare di Stati Uniti e Gran Bretagna, sul quale si dice nettamente contraria la Russia. Paola Simonetti RealAudioMP3


Le verifiche sono proseguite. Gli ispettori dell’Onu, presi di mira oggi a colpi d’arma da fuoco da cecchini non identificati, sono riusciti a raggiungere il luogo teatro, il 21 agosto scorso, di un attacco con armi chimiche che avrebbero fatto strage. Regime e ribelli si scambiano accuse sull’attacco agli ispettori, che in queste ore hanno raccolto anche testimonianze delle vittime. La Nato ha condannato con fermezza il possibile uso di sostanze tossiche nel conflitto, giudicandolo completamente inaccettabile e una chiara violazione del diritto internazionale''. Il drammatico evento dei giorni scorsi ha scatenato la reazione dell’opposizione siriana che ha annunciato che non parteciperà ad alcun possibile futuro negoziato di pace. Lo spettro delle armi chimiche impensierisce anche la comunità internazionale per la quale il dibattito è aperto. Stati Uniti e Gran Bretagna starebbero decidendo un possibile attacco missilistico contro il regime entro 10 giorni. La Casa Bianca però smentisce che il presidente Obama abbia pronto qualunque programma. Il segretario di Stato americano Kerry, intanto, sulla vicenda siriana farà una dichiarazione alle 20:00 ora italiana. Contraria ad un possibile intervento militare si è detta la Russia, secondo la quale senza un mandato dell'Onu sarebbe una grossolana violazione del diritto internazionale. La Commissione europea dal canto suo invoca la massima cautela e ribadisce di attendere i risultati dell'inchiesta condotta dagli ispettori dellOnu.


Sulle divisioni nella comunità internazionale, Salvatore Sabatino ha intervistato Antonio Papisca, titolare della cattedra Unesco per i diritti umani, la democrazia e la pace presso l'Università di Padova:RealAudioMP3

R. – Per l’ennesima volta ci troviamo in ritardo: la comunità internazionale che non è coesa, non funzionano le istituzioni multilaterali come dovrebbero, e quindi si è presi per la gola … L’ennesima occasione in cui sorgono problemi di coscienza. Quindi: situazione molto imbarazzante. C’è il pressing su Obama: Obama, secondo me, ha agito correttamente, cioè in maniera prudente.

D. – Gli scenari che si aprono, a questo punto, quali sono?

R. – Si possono aprire diversi scenari; bisogna vedere cosa accertano e se riescono ad accertare, gli ispettori delle Nazioni Unite. C’è chi dice che sia ormai troppo tardi per verificare scientificamente la presenza o meno dell’uso di armi chimiche, e comunque io darei fiducia, intanto, alla missione delle Nazioni Unite. Quello che bisogna evitare in ogni caso è l’intervento armato.

D. – Il ministro degli esteri britannico William Hague ha detto che una risposta all’uso di armi chimiche da parte del regime è possibile anche senza l’unanimità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Sarebbe possibile, questo, tecnicamente?

R. – Ma, qualcuno dice: “C’è il precedente del Kosovo”. In quel caso, è stata la Nato che ha agito. Ma tra l’altro, la Nato non soltanto bypassando le Nazioni Unite, ma anche violando il proprio statuto. C’è da ricordare questo, per il Kosovo! Io direi, in ogni caso bisogna attenersi strettamente alla legalità internazionale che è quella della Carta delle Nazioni Unite, illuminata dal Codice internazionale dei Diritti umani.

D. – Dalla Russia, l’appello a non ripetere gli errori dell’Iraq: ci sono delle similitudini reali con quanto avvenuto nel Paese del Golfo?

R. - Io direi, similitudini con prospettive ancora più allarmanti, tenuto conto di ciò che significa l’alleanza e l’appoggio che viene direttamente ad Assad dall’Iran, oltre che dalla Russia. In questo caso, io direi: atteniamoci, intanto, al modo di procedere del presidente Obama, che mi sembra molto corretto, intanto, in punto di diritto.

D. – Quella siriana può rappresentare una vera miccia per tutto lo scacchiere mediorientale, così come paventato anche dall’Iran. Un pericolo reale, insomma?

R. – Infatti! Ci sono problemi che si aggiungono a problemi! Anche la stessa situazione interna all’Iraq non è affatto pacificata: teniamo presente anche quello che sta succedendo in Egitto, quello che preoccupa in Turchia, la non pacificata situazione in Libia, i negoziati appena iniziati tra Israele e Palestina … Quindi, è un momento estremamente delicato in cui veramente bisogna riconoscere autorità all’Organizzazione delle Nazioni Unite perché a sua volta agisca nel rispetto letterale delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite.







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