Siria: attaccati ispettori Onu. Comunità internazionale divisa sulla soluzione
alla crisi
In Siria scambio di accuse tra regime e opposizione sugli spari contro gli ispettori
Onu che stanno verificando l'eventuale uso di armi chimiche nel conflitto. Intanto
si farebbe strada l’ipotesi di un intervento militare di Stati Uniti e Gran Bretagna,
sul quale si dice nettamente contraria la Russia. Paola Simonetti
Le
verifiche sono proseguite. Gli ispettori dell’Onu, presi di mira oggi a colpi d’arma
da fuoco da cecchini non identificati, sono riusciti a raggiungere il luogo teatro,
il 21 agosto scorso, di un attacco con armi chimiche che avrebbero fatto strage. Regime
e ribelli si scambiano accuse sull’attacco agli ispettori, che in queste ore hanno
raccolto anche testimonianze delle vittime. La Nato ha condannato con fermezza il
possibile uso di sostanze tossiche nel conflitto, giudicandolo completamente inaccettabile
e una chiara violazione del diritto internazionale''. Il drammatico evento dei giorni
scorsi ha scatenato la reazione dell’opposizione siriana che ha annunciato che non
parteciperà ad alcun possibile futuro negoziato di pace. Lo spettro delle armi chimiche
impensierisce anche la comunità internazionale per la quale il dibattito è aperto.
Stati Uniti e Gran Bretagna starebbero decidendo un possibile attacco missilistico
contro il regime entro 10 giorni. La Casa Bianca però smentisce che il presidente
Obama abbia pronto qualunque programma. Il segretario di Stato americano Kerry, intanto,
sulla vicenda siriana farà una dichiarazione alle 20:00 ora italiana. Contraria ad
un possibile intervento militare si è detta la Russia, secondo la quale senza un mandato
dell'Onu sarebbe una grossolana violazione del diritto internazionale. La Commissione
europea dal canto suo invoca la massima cautela e ribadisce di attendere i risultati
dell'inchiesta condotta dagli ispettori dellOnu.
Sulle divisioni nella
comunità internazionale, Salvatore Sabatino ha intervistato Antonio Papisca,
titolare della cattedra Unesco per i diritti umani, la democrazia e la pace presso
l'Università di Padova:
R. – Per l’ennesima
volta ci troviamo in ritardo: la comunità internazionale che non è coesa, non funzionano
le istituzioni multilaterali come dovrebbero, e quindi si è presi per la gola … L’ennesima
occasione in cui sorgono problemi di coscienza. Quindi: situazione molto imbarazzante.
C’è il pressing su Obama: Obama, secondo me, ha agito correttamente, cioè in maniera
prudente.
D. – Gli scenari che si aprono, a questo punto, quali sono?
R.
– Si possono aprire diversi scenari; bisogna vedere cosa accertano e se riescono ad
accertare, gli ispettori delle Nazioni Unite. C’è chi dice che sia ormai troppo tardi
per verificare scientificamente la presenza o meno dell’uso di armi chimiche, e comunque
io darei fiducia, intanto, alla missione delle Nazioni Unite. Quello che bisogna evitare
in ogni caso è l’intervento armato.
D. – Il ministro degli esteri britannico
William Hague ha detto che una risposta all’uso di armi chimiche da parte del regime
è possibile anche senza l’unanimità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Sarebbe possibile,
questo, tecnicamente?
R. – Ma, qualcuno dice: “C’è il precedente del Kosovo”.
In quel caso, è stata la Nato che ha agito. Ma tra l’altro, la Nato non soltanto bypassando
le Nazioni Unite, ma anche violando il proprio statuto. C’è da ricordare questo, per
il Kosovo! Io direi, in ogni caso bisogna attenersi strettamente alla legalità internazionale
che è quella della Carta delle Nazioni Unite, illuminata dal Codice internazionale
dei Diritti umani.
D. – Dalla Russia, l’appello a non ripetere gli errori dell’Iraq:
ci sono delle similitudini reali con quanto avvenuto nel Paese del Golfo?
R.
- Io direi, similitudini con prospettive ancora più allarmanti, tenuto conto di ciò
che significa l’alleanza e l’appoggio che viene direttamente ad Assad dall’Iran, oltre
che dalla Russia. In questo caso, io direi: atteniamoci, intanto, al modo di procedere
del presidente Obama, che mi sembra molto corretto, intanto, in punto di diritto.
D.
– Quella siriana può rappresentare una vera miccia per tutto lo scacchiere mediorientale,
così come paventato anche dall’Iran. Un pericolo reale, insomma?
R. – Infatti!
Ci sono problemi che si aggiungono a problemi! Anche la stessa situazione interna
all’Iraq non è affatto pacificata: teniamo presente anche quello che sta succedendo
in Egitto, quello che preoccupa in Turchia, la non pacificata situazione in Libia,
i negoziati appena iniziati tra Israele e Palestina … Quindi, è un momento estremamente
delicato in cui veramente bisogna riconoscere autorità all’Organizzazione delle Nazioni
Unite perché a sua volta agisca nel rispetto letterale delle disposizioni della Carta
delle Nazioni Unite.